Politica

Silvio Berlusconi e il rapporto con le donne

Di Paolo Diodati

Aveva ragione la perfida Veronica, nel definire Berlusca malato? Credo di no

 
Queste le prime parole dell'omelia funebre dell'Arcivescovo Delpini
 

Vivere

vivere e amare la vita

vivere e desiderare una vita piena

vivere e accettare le sfide della vita

Vivere e desiderare una vita che non finisce

vivere e soffrire il declino

e continuare a sorridere

amare e desiderare d'essere amato.

 

Questo attacco, al primo ascolto, mi sorprese fino a quasi scandalizzarmi. Troppo lirico, troppo enfatico, troppo retorico. Man mano però che l'Arcivescovo procedeva, ne ho apprezzato sempre più il tono e la conclusione

(questo è stato l'uomo, pregi e difetti. Ora il giudizio spetta a Dio). Alla fine sono arrivato a giudicarlo perfetto.

L'attacco lirico descrive Berlusconi al meglio.

Non corteggiava solo le donne. Corteggiava tutti, perché voleva piacere a tutti ed essere amato da tutti. Il suo cruccio più grande era quando scopriva che c'era gente che non lo amava. Gli sembrava impossibile.

Per aver fatto il galante giocherellone, con una signora, cosa che ha fatto abitualmente fino alla fine, dicendole in pubblico e in presenza dell'allora moglie Veronica Lario "Signora, la sposerei immediatamente, se non fossi sposato e "con lei andrei ovunque", il 31 gennaio 2007 trovò su Repubblica, in prima pagina, l'inizio della sua fine. Veronica, non solo non l'amava più, ma metteva in piazza, sul giornale più antiberlusconiano che potesse esistere, i suoi giudizi velenosi "è un uomo malato, va con le minorenni. Non posso vivere con un uomo simile".