Sinistra Pd senza Speranza. Bersani punta su Letta o sulla Berlinguer - Affaritaliani.it

Politica

Sinistra Pd senza Speranza. Bersani punta su Letta o sulla Berlinguer

Giuseppe Vatinno

Bersani fa fuori l'ex pupillo

Roberto Speranza, come da cognome, spera da tempo immemorabile; anzi dello sperare ha quasi fatto una professione.

È uno speranzoso, potremmo dire.

La sua ingordigia di potere comparve poco tempo fa quando si parlava, dopo la disfatta referendaria, di congresso più o meno straordinario del Pd e lui, Speranza, si lanciò, in una Assemblea nazionale del partito, in una intemerata dicendo che lui c’era ed era pronto a sfidare il giorno stesso il segretario Renzi.

Va da sé la figuraccia fatta dal giovine che dovette rientrare mogio mogio nei ranghi quando Renzi, saggiamente, fece il braccio ad ombrello (metaforico) all’ipotesi di un congresso.

Da allora Bersani non deve averla presa bene anche perché  per gli ex comunisti non c’è una cosa peggiore di una candidatura non decisa collegialmente.

Intanto, visto che Berlusconi e Renzi avevano dato il via alla stura delle interviste rispettivamente sul Corriere della Sera e su Repubblica anche lui ha voluto la sua e dalle colonne di Calabresi ha tranciato le speranze (scusate il gioco di parole) di Speranza che voleva fare il segretario del Pd e il premier (in caso di vittoria).

Invece niente.

Bersani parla  di sdoppiamento delle figure e di un “giovane Prodi” che potrebbe, come il Dalai Lama rincarnato in un bimbo,  essere ancora in giro e tutti pensano al “sereno” (ed in un certo senso questa dote riporta al buddismo) Letta  Enrico nipote che ancora si aggira iroso per Palazzo Chigi come il fantasma di Amleto oppure a Bianca Berlinguer, ex direttrice del Tg 3 e sempre spendibile come candidata di sinistra per Palazzo Chigi.

Il nome solletica l’archetipo comunista e porrebbe avere un suo senso.

L’unica cosa certa per ora, è che al povero speranza non basta neppure più lo sperare.