Politica
Siri non si dimette. Ora tutto è nelle mani di Conte. ESCLUSIVA
Il presidente del Consiglio ha visto l’esponente leghista ieri sera. Oggi a Tunisi il vertice con Salvini e Di Maio
Di Alberto Maggi
Il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, indagato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti nell'eolico, dopo l'incontro con il premier Giuseppe Conte, non ha alcuna intenzione di rassegnare le dimissioni come chiesto dal Movimento 5 Stelle. Lo apprende Affaritaliani.it da fonti vicine all'esponente leghista padre della flat tax.
Governo, Conte ha incontrato Siri: oggi la decisione sul sottosegretario
Il premier Conte ha incontrato ieri sera, in un incontro a sopresa, il sottosegretario Armando Siri e già oggi potrebbe arrivare la decisione, che verrà presa a Tunisi in occasioni di un vertice del presidente del Consiglio con Di Maio e Salvini. Il sottosegretario ai Trasporti Siri ha parlato con il premier Giuseppe Conte dell’inchiesta che lo vede indagato per corruzione.
"Deciderò in autonomia, consapevole che non sono un giudice", aveva affermato il presidente del Consiglio, ma è evidente che la questione sarà al centro dei colloqui che avrà con i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Parlando con il suo avvocato Fabio Pinelli, Siri aveva escluso la possibilità di autosospendersi: "Se non mi vogliono nel governo devono cacciarmi". Una posizione che potrebbe però cambiare se i vertici dell’esecutivo dovessero ritenerla l’unica strada possibile per non mettere a rischio la tenuta del governo.