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La Social card sopravvive al Reddito di cittadinanza. Mef: "È cumulabile"

La social card, la Carta acquisti da 40 euro al mese voluta oltre 10 anni fa da Tremonti resiste e ha ancora fondi a disposizione e può essere cumulabile

La social card sopravvive al Reddito di cittadinanza. Mef: "È cumulabile"

L’arrivo della nuova misura targata cinquestelle non l’ha scalfita: la Carta acquisti da 40 euro al mese voluta oltre 10 anni fa da Tremonti resiste e ha ancora fondi a disposizione. Massimo Baldini, Università Modena e Reggio Emilia: "Misura superata. Risorse vadano a politiche attive e formazione"

È stata la prima “social card” a circolare in Italia. Nell'ultimo decennio ha visto passare la Social card sperimentale nelle 12 città, la nascita e l’epilogo del Sia, l’avvio del Rei e la sua precoce chiusura e infine la partenza tanto attesa del Reddito di cittadinanza: è la Carta acquisti ordinaria, ovvero la vecchia card da 40 euro al mese riservata agli over 65 e alle famiglie con un bambino di età inferiore ai 3 anni. Come scrive Redattore Sociale Con l’arrivo del nuovo Reddito di cittadinanza nel 2019, potrebbe sembrare uno strumento ormai superato, un sostegno economico davvero esiguo e senza alcuna possibilità di confronto con l’attuale misura contro la povertà, ma invece, la storica “card”, è viva e vegeta. La Carta acquisti ordinaria viene introdotta col governo Berlusconi e Giulio Tremonti al Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef). È il Decreto Legge n. 112/2008 a stabilire il funzionamento di una misura che negli ultimi 10 anni ha rappresentato l’unica certezza per quella fetta di beneficiari interessati. Con l’arrivo del Reddito per l’inclusione, introdotto con decreto legislativo 147 del  2017, si è tentato di integrare le due misure. Nel testo della norma che ha istituito il Rei, infatti, veniva specificato che ai percettori della Carta acquisti che avessero richiesto il Rei, quest’ultimo sarebbe stato erogato sulla medesima carta che a quel punto diventava “Carta Rei” - spiega l’Inps sul proprio sito -, “assorbendo integralmente il beneficio della carta acquisti eventualmente già riconosciuto”. L’integrazione ha portato anche a stabilire che “i risparmi a valere sulle risorse attribuite al Fondo carta acquisti - si legge nel testo di legge del Rei - confluiscono nel Fondo Povertà che è conseguentemente integrato per 55 milioni di euro nel 2018 e per 93 milioni di euro annui a decorrere dal 2019”.

Ma ora che il Rei non c’è più, o meglio non è più possibile richiederlo, e con una misura poderosa come il Reddito e la Pensione di cittadinanza, che fine farà la vecchia Carta acquisti? A rispondere a Redattore Sociale è lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze: “Sì, è ancora possibile richiedere il beneficio della Carta acquisti e con l’introduzione del Reddito di cittadinanza, per la Carta acquisti non è cambiato nulla”. Non solo, secondo quanto riferisce il Mef, “allo stato, il beneficio della Carta acquisti è cumulabile con il Reddito di cittadinanza”. Confrontando Carta acquisti e Rdc, c’è qualche dettaglio che salta all’occhio. Nonostante i requisiti siano molto diversi, per la Carta acquisti bisogna avere un Isee in corso di validità inferiore a 6.938,78 euro per l'anno 2019, mentre per il Rdc occorre un Isee inferiore a 9.360 euro (anche se in presenza di minorenni, si considera l’Isee per prestazioni rivolte ai minorenni). Sulla base dell'Isee, quindi, i beneficiari della Carta potrebbero rientrare tra i beneficiari del Rdc senza problemi (a patto che gli altri requisiti siano soddisfatti). La Carta acquisti, però, non ha la stessa condizionalità del Rdc, anche se per la Pensione di cittadinanza dedicata agli over 67 non c'è l'obbligo di accettare proposte di lavoro, requisito lapidario per il Rdc.

I dati sui beneficiari della Carta acquisti potrebbero aiutarci a capire se lo strumento è ancora utilizzato e soprattutto dove, ma bisogna accontentarsi di quelli del 2017. Quelli sul 2018, infatti, li avremo soltanto a inizio luglio, con il nuovo rapporto annuale dell’Inps. Dal 2011 al 2017, intanto, il numero dei beneficiari ha disegnato una parabola: quelli con almeno un accredito nell’anno sono passati da 535 mila nel 2011, a 533 mila nel 2012, poi di nuovo a 535 mila nel 2013, per salire a 615 mila nel 2014, 625 mila nel 2015, poi il calo nel 2016 con 560 mila beneficiari e 571 mila nel 2017, ultimo dato disponibile. Sicilia e Campania le regioni maggiormente rappresentate, da sempre. Una misura che prevede erogazioni monetarie, inoltre, ha bisogno di risorse ed è per questo che anche nel 2019, la Carta ha un proprio budget. “Nel 2019 per la Carta acquisti sono stati stanziati circa 163 milioni di euro - spiega il Mef -, ma al momento non si conoscono le risorse che saranno stanziate per i prossimi anni”. Secondo welforum.it, che ha analizzando la legge di bilancio 2019, invece, per la Carta acquisti ordinaria ci sarebbero 168,1 milioni sia per il 2019 che per il 2020 e per il 2021. Ovvero, oltre mezzo miliardo di euro in tre anni. Risorse che, se confrontate con quelle destinate negli anni passati, non sembrano essere un tentativo di voler dismettere la vecchia social card. Secondo quanto si può leggere nei rapporti annuali dell’Inps, infatti, le erogazioni sono passate da 208 milioni del 2013 a 229 milioni del 2014, ancora 208 milioni nel 2015, 190 milioni nel 2016 e 197 milioni nel 2017. Nel 2019, quindi, con il Rei ancora in erogazione (per tutti quelli che hanno deciso di non fare richiesta del Reddito di cittadinanza), con un Reddito di cittadinanza con risorse mai viste prima sulla povertà, la Carta acquisti dispone ancora di un fondo poco differente rispetto al 2017, quando non c’era neanche il Rei, ma solo il Sia.

 

Dal Mef, intanto, ci dicono che “non si è a conoscenza di eventuali norme che modifichino il beneficio della Carta acquisti”, ma a questo punto la domanda è lecita: con il Reddito di cittadinanza e la relativa pensione per gli over 67, una carta acquisti, peraltro con molte limitazioni sull’utilizzo (come spiega bene il sito web dell’Inps) e un’erogazione massima di 40 euro al mese, ha ancora senso oggi? Lo abbiamo chiesto a Massimo Baldini, professore di Scienza delle Finanze e economia pubblica dell’università di Modena e Reggio Emilia. “Il Reddito di cittadinanza potrebbe e dovrebbe essere l’occasione per mettere un po’ d’ordine nei vari sussidi e trasferimenti di varia natura, invece è una misura che è andata ad aggiungersi a quelle esistenti, eccezion fatta per il Rei. La Carta acquisti oggi non ha senso, è superata. Il Reddito di cittadinanza è la naturale evoluzione di un percorso partito proprio con la Carta. Una misura modesta che non ha più senso. Bisognerebbe cercare di razionalizzare le risorse e questo discorso vale anche per i bonus energia, gas e acqua. Forse anche loro dovrebbero essere aboliti e ricondotti ad un’unica misura contro la povertà”. Le risorse recuperate, per Baldini, potrebbero avere un ruolo importante nel quadro attuale del Reddito di cittadinanza. “Le impiegherei nelle politiche attive - spiega Baldini -. Il Rdc è concentrato sulla ricerca del lavoro e queste risorse potrebbero favorire la formazione e l’aggiornamento professionale per aumentare il capitale umano”. Se è stato così facile mettere un punto all’esperienza del Rei, a questo punto ci si chiede quali ragioni impediscano di ridiscutere i termini della Carta acquisti, uno strumento accusato spesso di “stigma per i poveri”, che oggi rischia di diventare l’emblema di un welfare frammentato.

Da Redattore Sociale