Politica

Speranza, Bersani, D'Alema: il Pd attende il ritorno della "trimurti"

Di Giuseppe Vatinno

Arturo Scotto dice: “Eravamo usciti dal Pd perché non era il partito che volevamo"

Poi c’è il momento dell’autoinganno collettivo per dimostrare che la “linea era giusta” con lo sconosciuto coordinatore di Articolo 1 Arturo Scotto che dice: “Eravamo usciti dal Pd perché non era il partito che volevamo. Siamo in questo Pd perché è quel partito che volevamo già allora, un Pd del lavoro, dalla parte degli ultimi".

Notare l’epifania della parolina magica, i mitici “ultimi” che ormai compaiono in ogni sbragata retorica per acchiappare voti ai gonzi. Dunque il ricorso freudiano alla volpe e l’uva si dispiega in tutta la sua metallica e risplendente magnificenza: se ne erano andati perché quel Pd nato nell’Arno non era il “loro” Pd, non era quello degli “ultimi”. Nessun accenno al fatto che Renzi li aveva ampiamente e sapientemente brutalizzati, di fatto cacciandoli dal partito. E già immaginiamo che il responsabile dell’organizzazione del partito si avvicina a Massimo D’Alema brandendo la tesserina di plastica a mo’ di crocefisso mentre l’ex premier si ripara con la mano vampirata, smania, smuguglia ed infine firma e ritorna dove “tutto ebbe inizio”.

E c’è da giurare che sul far della sera, tra le tenebre incombenti di questa precoce primavera romana, faranno capolino altre conoscenze, altri difensori degli ultimi che magari negli ultimi anni si erano distratti troppo ed erano finiti quasi a destra, come Gennaro Migliore che ora tornerà dicendo: “Contrordine, compagni. Sono di sinistra anche io”.