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Politica
Stipendi, infermieri contro medici: “Aumento? Dottori dietro le scrivanie”
Paolo Zangrillo, neo ministro della Pubblica Amministrazione 

Sanità italiana: l'equità salariale tra medici e infermieri in discussione

Gli annunci di aumenti salariali nell'ambito dei prossimi rinnovi contrattuali della Pubblica Amministrazione sono stati accolti con un misto di speranza e preoccupazione. Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha annunciato che gli aumenti medi ammontano a 170 euro, una notizia positiva per molte categorie professionali, ma sorgono dubbi su come questi aumenti saranno distribuiti e su quali categorie saranno maggiormente beneficiate.

Antonio De Palma, Presidente Nazionale di Nursing Up, sottolinea che la chiarezza e la trasparenza sono fondamentali in questo contesto. La politica deve agire con responsabilità e garantire che le aspettative dei professionisti della salute, tra cui infermieri e ostetriche, siano soddisfatte in modo coerente. Altrimenti, si rischia di deludere i professionisti e spingerli a cercare opportunità all'estero o a dimettersi. 

“Siamo di fronte, tecnicamente, non c’è dubbio, ad un aumento di 6,7 volte rispetto all’attuale indennità di vacanza contrattuale che, dal 2024, per gli infermieri (e professioni sanitarie ex legge 43) dovrebbe passare dagli attuali circa 13,37 euro alla nuova cifra di circa a  89,57 al mese “salvo eventuali successivi conguagli”. 

LEGGI ANCHE: P.A., Zangrillo "Aumento medio degli stipendi del 6% pari a 170 euro"

La questione dell'anticipo salariale è cruciale da comprendere. Questo anticipo, che verrà riconosciuto retroattivamente per l'intero anno 2023 e ammonta a circa mille euro, è destinato a essere erogato a dicembre. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che, sebbene possa sembrare un beneficio immediato, la legge stabilisce che le somme corrisposte come indennità di vacanza contrattuale rappresentano, in realtà, un mero anticipo.

Ciò significa che gli importi erogati a dicembre saranno ulteriormente conguagliati al momento della stipula del prossimo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022/2024. Pertanto, si tratta di una sorta di "mero anticipo" riconosciuto dal governo, ma che fa parte delle future incrementi contrattuali. Gli arretrati che verranno pagati in seguito, inclusi quelli relativi a dicembre e ai mesi successivi, non includeranno le somme già percepite a titolo di anticipo.

L'incontro tra il Ministro della Pubblica Amministrazione e i rappresentanti di 13 sigle sindacali ha sollevato ulteriori dubbi sul futuro degli aumenti salariali. Se da un lato è stato annunciato un aumento di 170 euro per tutti, è stato evidenziato che i medici riceveranno un aumento significativamente maggiore. Questo solleva la preoccupazione che gli infermieri e gli altri professionisti dell'area non medica potrebbero non ricevere un trattamento equo. Il carico di responsabilità che grava su di loro li distingue da coloro che siedono dietro una scrivania, e pertanto è giusto chiedersi se saranno trattati alla stregua di tutti gli altri.

Le recenti dichiarazioni sembrano indicare che le altre categorie di professionisti sanitari potrebbero essere separate dalla dirigenza medica, creando ulteriori divisioni. Questo non farebbe altro che accentuare le disuguaglianze in un settore sanitario già indebolito da carenze irrisolte.

LEGGI ANCHE: Pa: Zangrillo, 'nuovi aumenti saranno legati al merito'

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