Politica
Tamburini (Il Sole 24 Ore): "Draghi resti Premier e Mattarella al Quirinale"
"Squadra che vince non si cambia: la soluzione migliore è che rimangano al loro posto. E se hanno altre idee... proviamo a convincerli!"
Sia al Quirinale che a Palazzo Chigi al Paese serve continuità
Giornalista e scrittore, Fabio Tamburini dal 2018 è direttore de Il Sole 24 Ore, Radiocor e Radio24. Nel suo ciclo di interviste ai colleghi che guidano le principali testate nazionali, Affari Italiani lo ha incontrato per discutere di una corsa al Quirinale ormai prossima a svelare il vincitore. Il percorso politico, come sempre fatto di manovre e accordi tra i protagonisti, non sempre va di pari passo con il comune sentire dei cittadini. Lo rileva anche uno sguardo attento come quello di Tamburini, perfettamente allenato ad esaminare le conseguenze pratiche degli intrecci politici ed economici. A differenza di molti addetti ai lavori, in fibrillazione per questa sfida, il direttore de Il Sole 24 Ore vede le cose da un'altra angolazione: “Francamente sono più dalla parte dei cittadini normali: l'elezione del Presidente della Repubblica è un passaggio importante della vita del Paese, ma non si può esagerare. Di problemi ce ne sono tanti e di ampia rilevanza: dimenticarsene è un errore grave”.
Ci aiuti a ricordarli alla classe politica?
“Da un punto di vista generale, c'è l'applicazione del Pnrr, che deve superare ancora dei grandi ostacoli. Poi ci sono i ristori, perché la pandemia è tutt'altro che finita: il quadro generale resta positivo, ma ci sono settori fortemente colpiti. E le bollette, che rappresentano un problema grave sia per le aziende che per le famiglie”.
Su quest'ultimo tema, oltretutto, non pensi che si dovesse agire preventivamente, visto che le cause della crisi energetica erano note da tempo?
“Esattamente”.
Quale scenario politico sarebbe auspicabile, per intervenire efficacemente su questi problemi?
“Bisogna guardare alle cose nel loro complesso. Le decisioni sulla Presidenza della Repubblica e sulla guida del Governo devono andare di pari passo”.
Ma in quale direzione?
“Squadra che vince non si cambia: io non avrei nemmeno un'ombra di dubbio sulla conferma di Sergio Mattarella al Quirinale e di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Sarebbe la soluzione migliore per il Paese. Mattarella ha dimostrato di essere all'altezza del ruolo e quindi merita di essere confermato, chiedendogli il sacrificio di rimanere ancora al Quirinale. Per quanto riguarda il Governo, il giudizio è straordinariamente positivo. Draghi ha ottenuto risultati davvero molto significativi, il Paese viaggia col vento che soffia nelle vele. Interrompere questo percorso virtuoso sarebbe un errore”.
Però i due diretti interessati sembrano avere ben altri progetti...
“Io credo che vadano spinti verso soluzione coram populo. Se poi questo non dovesse risultare possibile - ma solo come caso estremo - si potrebbero considerare altre opzioni”.
Ovvero quali?
“Se Draghi rimanesse alla guida del Governo, potremmo cercare un'alternativa a Mattarella per la Presidenza della Repubblica: visto che ci sono tante candidature, la persona adatta credo che si potrebbe trovare, senza troppi problemi”.
Non c'è un nome che preferisci agli altri?
“No, direi che c'è un buon numero di figure che potrebbero andar bene”.
E se Draghi non volesse più rimanere a Palazzo Chigi?
“Piuttosto che perderlo, avrebbe significato portarlo al Quirinale... ma soltanto come extrema ratio”.
Chi potrebbe sostituirlo alla Presidenza del Consiglio, con la prospettiva di avere un solo anno di mandato, prima delle elezioni?
“È una scelta che assomiglia alla scalata dell'Everest... Anche in questo caso ci sono tanti nomi e preferisco non indicarne uno solo, perché lo trovo prematuro. Si vedrà davvero all'ultimo momento, ma ribadisco: squadra che vince non si cambia, quindi mi terrei stretti Draghi e Mattarella nei loro ruoli attuali”.
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