Politica

Tav: il finto ambientalismo del Pd e Forza Italia

Giuseppe Vatinno

Fa bene Luigi Di Maio ad andare avanti

La vicenda sulla Tav sta infuocando il dibattito politico.

Intanto c’è da citare un documento prodotto dall’Istituto Bruno Leoni che è un po’ il tempio del neoliberalismo sviluppista e capitalista e che non può essere certo tacciato di integralismo ecologico:

http://www.brunoleoni.it/bp-41-tav-le-ragioni-liberali-del-no

Questo lavoro ha come titolo “Le ragioni liberali del no” e dimostra che la Tav non conviene non (solo) per motivi ambientali ma anche economici assumendo una prospettiva di pura analisi costi / benefici.

Detto questo, la vicenda Tav fa gettare finalmente la maschera ai finti partiti ambientalisti.

Il Pd, che anni fa varò l’ambizioso (e fallito) progetto di rappresentare l’intero ambientalismo italiano a danno dei Verdi, ha addirittura una associazione affiliata, chiamata con poca fantasia Ecodem, che sembra essere solo uno specchietto per le allodole visto che quando il Pd è stato al governo in campo ambientale è successo di tutto e di più.

Ermete Realacci, da Presidente della importante Commissione Ambiente alla Camera ha fatto poco o niente per arginare la deriva sviluppista di Matteo Renzi che dell’ambiente si ricordava solo sotto le elezioni, quando improvvisamente si arrogava il diritto di rappresentare l’Italia ecologicista, furbata che anche Barack Obama ha utilizzato, poi giustamente punito dall’elettorato.

Non per niente con lui al comando c’è stato un ministro nuclearista come Gian Luca Galletti che è stato l’antitesi dell’ambientalismo, provenendo del resto dall’Udc.

Basti pensare le continue proroghe della Commissione di Valutazione di impatto Ambientale, cruciale per il Paese, che era scaduta da dieci anni oppure il disimpegno sul fronte dei Cambiamenti climatici e delle fonti rinnovabili.

Quindi ora Nicola Zingaretti non può riprendere questa politica scellerata per poi, contemporaneamente, chiedere i voti verdi per le Europee.

Il giochetto non può più funzionare.

L’altro partito che strilla e strepita, Forza Italia, aveva da qualche tempo assunto i toni di un ambientalismo ecologista con Vittoria Brambilla che vengono così definitivamente smentiti dalla cocciutaggine inesorabile dei fatti.

Quindi quando comparirà la Brambilla con agnellini pasquali occorre ricordarsene.

E veniamo ai Cinque Stelle.

La loro politica è sempre stata convintamente ambientalista e il ministro Sergio Costa finora ha fatto molto in tal senso. Dalla lotta alle ecomafie nella Terra dei Fuochi, alla lotta ai cambiamenti climatici, al rinnovo della Commissione Via (anche se c’è ancora la vecchia ad interim) e sulla Tav ha avuto sempre le idee chiare da quando Beppe Grillo andò a solidarizzare con i contestatori.

Fa quindi bene Luigi Di Maio a non cedere, magari ricordando ai finti partiti ambientalisti i loro tanti peccati.