Politica

"Tim-Kkr, può essere il salto di qualità.Dalla Cina agli Usa, passi in avanti"

Di Alberto Maggi

Tim-Kkr, intervista di Affaritaliani.it a Enrico Borghi, deputato e responsabile politiche della sicurezza del partito guidato da Enrico Letta

Tim, Borghi (Pd): "Golden Power? Draghi ha la capacità di discernimento per fare le scelte più opportune, insieme con il governo, ai fini della tutela dell’interesse nazionale”

 

Vivendi ha annunciato che non dimsetterà la propria quota in Tim, che succederà e come finirà secondo lei l'offerta dell'americana Kkr?
“Mi faccia fare una premessa indispensabile: il tema delle reti di telecomunicazione, e del loro crescente sviluppo in parallelo alle infrastrutture di nuova generazione, rimanda direttamente al paradigma di sicurezza di un Paese. Come tale, esige un riesame dell’intero “ecosistema comunicativo e digitale” alla luce dei parametri della sicurezza dell’Italia, nell’ambito di una auspicabile “Strategia di Sicurezza Nazionale” che abbracci tutte le infrastrutture strategiche. In tale ambito si collocano le operazioni di mercato, di riassetto e di politica industriale. Ciò premesso, sulla vicenda specifica mi pare si sia ancora alle  manifestazioni di interesse, per cui appare prematuro un giudizio compiuto”.

Che cosa dovrebbe fare il governo Draghi? Il Golden Power va attivato, considerando i temi legati anche alla sicurezza nazionale e alla rete?
“Bisogna capire nel merito i termini della proposta. KKR ha definito la possibile OPA come “amichevole”, ma molti contenuti e propositi non sono ancora noti. Sicuramente il Presidente Draghi ha la capacità di discernimento per fare le scelte più opportune, insieme con il governo, ai fini della tutela dell’interesse nazionale”.

Pensa che ci dietro questa vicenda ci sia l'atlantismo del premier Draghi?
“Non so se esiste un nesso causale tra la postura euro-atlantica del Premier e la decisione di un fondo americano di investire in Italia. Penso comunque che la prima caratteristica sia sicuramente una buona notizia, e la seconda potrebbe esserlo a determinate condizioni”.

Non è strano che il ministro dell'Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, ex numero uno di Vodafone, non si sia ancora espresso?
“Credo che su queste materie, stante la complessità e le molte questioni in campo - non ultimi il tema della salvaguardia occupazionale - il governo avrà modo di esprimersi in maniera corale e sulla base di un indirizzo generale dell’azione amministrativa che si forma in Consiglio dei Ministri, e dopo una indispensabile azione di confronto con le forze politiche di maggioranza”.

La maggioranza si è un'altra spaccata. Salvini dice no agli americani, forti dubbi anche dal M5S. La politica non rischia di apparire come sempre divisa e litigiosa?
“Due anni fa eravamo preoccupati di una potenziale invasione cinese, al punto che il Copasir all’unanimità licenziava una relazione sulla sicurezza informatica e delle telecomunicazioni. Se oggi anziché di Cina parliamo di Usa, significa che si sono fatti passi in avanti decisi e positivi. Dopodiché, servono giudizi sulle questioni di merito e non bandiere ideologiche. Quando gli aspetti - decisivi - di dettaglio saranno sul tavolo, si potranno formulare giudizi compiuti e giungere a delle sintesi nell’interesse della Repubblica”.

Cassa depositi e prestiti detiene il 9,81% di Tim, serve un'azione di Cdp? Che cosa dovrebbe fare a suo avviso l'ad e direttore generale Dario Scannapieco?
“Siamo di fronte ad una operazione di vastissima portata: industriale, finanziaria, tecnologica, occupazionale, geopolitica. Serve quindi una strategia-paese alla quale uniformare scelte e attività. Se ben impostata, può consentire all’Italia di fare il necessario salto di qualità. Ad iniziare da una riflessione profonda sullo scorporo della rete, e sul ruolo del pubblico come garante delle infrastrutture strategiche".