Trame. In Emilia non tutto è perduto. Solo Grillo può salvare Bonaccini - Affaritaliani.it

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Trame. In Emilia non tutto è perduto. Solo Grillo può salvare Bonaccini

Antonio Amorosi

Dopo la scelta del M5S di presentare le liste in Emilia qualcuno sta tramando per Bonaccini che adesso rischia. Di Maio contrario. Ma ecco come. E Travaglio...

Fermi tutti. Qualcosa si può ancora fare, per far vincere Bonaccini e il Pd in Emilia Romagna. Anche se nessuno vuole un’alleanza, né Di Maio né i consiglieri regionali del M5S che la considerano indigeribile. Ma la mossa della disperazione potrebbe essere dietro l'angolo.

 

Le elezioni emiliano romagnole restano centrali per la tenuta del governo M5S-Pd. Dopo la disfatta sulla piattaforma Rousseau, già una sorpresa in sé visto che solo all’ultimo momento il M5S ha ripiegato sul voto on line, e il panico seminato dal quadro da sopravvissuti in cui è caduta la creatura di Grillo, nuovi tessitori sono all’opera.

 

La soluzione sarebbe “sorprendere ancora un volta”, come ci spiega l’insider 5 che già qui ci aveva raccontato cosa stava accadendo nel movimento: “Se Bonaccini vince da solo, ok, siamo ininfluenti ma chi se ne frega. Ma se perde per una manciata di voti e la Borgonzoni vince di poco allora la colpa sarebbe addossata a noi. Con effetti imprevedibili sul governo nazionale”. 

Così due parlamentari starebbero cercando un accordo con il partito democratico emiliano. Si prepara il terreno. “Ma bisogna fare in fretta, non c’è tempo”, dice ancora l’insider. La trattativa non è semplice, non è ben vista dalla base, che in Emilia è un corpo culturalmente a sinistra ma che vede nel Pd il suo peggiore nemico, e un’alleanza potrebbe far crollare vertiginosamente il voto in regione con un’ennesima conferma della fine imminente del movimento. “Solo un’uscita pubblica di Beppe Grillo potrebbe convincere tutti, ancora una volta…. come ha fatto questa estate”, spiega l’insider, “e metter un freno alla distruzione. Io la chiamo sopravvivenza”.

 

I consiglieri regionali non rispondono al telefono. I vari candidati che stanno preparandosi ad entrare nella lista neanche. E tutto esteriormente pare blindato ma internamente il movimento sembra in preda ad una crisi di nervi. Il M5S dovrebbe mettere in piedi una simil campagna ambientalista e su quella base farlocca, visto che viene fatta a qualche giorno dal voto, chiedere una contropartita al Pd in termini di alleanze. “Quattro panzane da giornale de sinistra e tutto andrebbe a posto”, ride la nostra fonte inacidita, “in realtà io lavoro qui ma sono solo deluso per come sono andate le cose in questi anni. Il movimento si è riempito di furbastri pronti a tutto e questo è il giusto epilogo. Io stesso non ho avuto il coraggio di intervenire quando dovevo. E allora meglio che muoia per far rinascere qualcos’altro”.

 

La strada dell’alleanza è d’altronde la stessa che consiglia il direttore de Il Fatto quotidiano Marco Travaglio, anche se i grillini la vedono in versione stringata. Chiedere a Bonaccini di fermare la distruzione del suolo, investimenti sui trasporti su rotaia, riaprire alcuni reparti ospedalieri, “finanzi il cablaggio in fibra ottica della regione, digitalizzando e sveltendo la burocrazia” scrive Travaglio. Come se i problemi dell’Emilia Romagna fossero quelli della Svezia. “Se poi Bonaccini rifiutasse, la sconfitta sarebbe tutta sua, senza scuse né alibi. Ma, se accettasse, i 5Stelle potrebbero intestarsene il merito. Recuperare l’identità delle origini. E persino qualche voto”, spiega Travaglio proprio oggi che delinea sul suo giornale come il M5S potrebbe chiedere in cambio il vicepresidente della Regione.

 

Ma solo Grillo può mettere in campo una messa in scena simile. Spesso sentito al telefono nelle riunioni che contano è apparso ai più attenti troppo silenzioso. Tutti sanno che resta imprevedibile. E non ci sono altre strade possibili. Perché adesso Bonaccini rischia davvero. A meno che non vinca definitivamente la linea Di Maio e il movimento si tenga fuori dalla contesa.