Politica

Trasporti, Fedriga: “Soldi? Ce l’hanno dati ma in città bus privati non vanno"

Coronavirus, Fedriga: "Impossibile usare pullman o mezzi militari in città"



“In verità all’interno di quella cifra c’è anche il ristoro per le aziende che fanno trasporto pubblico locale e per i mancati introiti”, così risponde Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia su Radio 24, a chi gli domanda perché 180 milioni dei 300 mandati dal governo non sono stati spesi dalle Regioni. “Molte aziende hanno fatto un potenziamento delle tratte per alleggerire l’utenza nell’ora di punta soprattutto”, ha detto il governatore. I pullman dei privati e i mezzi militari comunque secondo Fedriga “non sono utilizzabili nei grandi centri urbani, è difficile pensare che nelle fermate urbane possa essere utilizzato un pullman turistico, si deve salire e scendere velocemente ed evitare assembramenti, possono invece essere utili nel trasporto extraurbano. Servono mezzi idonei per i centri urbani”.

Quanto alle scuole, per il presidente friulano, “è una scelta difficile”. Io prima di avere il primo contagio, durante la prima ondata della pandemia, ho chiuso tutte le scuole e le università perché sono zone di grande diffusione. Penso che De Luca ed Emiliano se hanno fatto queste scelte, lo hanno fatto in modo consapevole".

"Nessuno ha la soluzione in tasca per combattere la pandemia. Si va, purtroppo e troppe volte, a tentativi ed è altrettanto vero che questi tentativi devono essere mirati. La chiusura di palestre e piscine e quella anticipata alle 18 per bar e ristoranti, per esempio, non credo che avranno degli effetti sulla riduzione dei contagi, mentre ne avranno uno grandissimo su queste categorie che rischiano di non rialzarsi più", ha specificato Fedriga. "In questo momento - prosegue  - non bisogna sottovalutare la situazione che è oggettivamente difficile in termini di ospedalizzazioni e terapie intensive, dall'altro lato però bisogna dire con chiarezza che se si chiedono sacrifici enormi ai cittadini, devono essere sacrifici che abbiano un effetto. Altrimenti si rischia che si crei il caos". "Bisogna ridurre i grandi affollamenti. Se la situazione lo richiedesse, si dovrebbero adottare misure anche stringenti, ma non credo sia utile colpire a casaccio. Non ho dati certi che piscine e palestre siano stati focolai, anzi non ne ho proprio", conclude Fedriga.