Politica
Trionfo in Friuli con Fedriga, la vittoria che rinsalda il governo Meloni
La fiducia nell'esecutivo non è affatto scemata, il voto a Trieste sa molto di piccolo test Nazionale e unito a Lombardia e Lazio rappresenta un segnale chiaro
Molto deludente invece il risultato della Schlein, alla sua prima prova elettorale importante, che ha certamente fallito miseramente, prendendo meno voti sia rispetto alle elezioni nazionali, e sia rispetto a quelle regionali di cinque anni prima. Non si può certo dire che l’effetto Schlein si sia già esaurito, ma se si considera che anche a livello nazionale la crescita del Pd da due settimane pare essersi arrestata, si può certo dire che ci si trova in una fase di assestamento, che solo i prossimi mesi potranno dire se momentaneo o se permanente. Quello che invece appare ormai chiaro è che i 5 stelle, a livello locale, praticamente non esistono e che allearsi con il Pd è forse addirittura controproducente per ambedue le formazioni. Questo perché con la nuova segreteria Pd, le posizioni dei due partiti si sono avvicinate e possono in certi aspetti addirittura sovrapporsi.
Non è un caso che al guadagno di consensi del Pd è corrisposto un quasi equivalente calo del movimento guidato da Conte. Secondo aspetto da rilevare per analizzare il voto del Pd certamente deludente, come ammesso anche dalla stessa segretaria, è che con la Schlein il Pd perde gran parte dei voti moderati, mentre risulta ancora complicato recuperare parte dell'astensionismo, che evidentemente è formato in piccolissima parte dai delusi del Pd. Ma se per il Pd la strada appare ancora in salita, subisce un nuovo pesante stop la proposta del cosiddetto terzo Polo, di Calenda e Renzi, che non a caso forse proprio alla vigilia delle elezioni aveva annunciato una sua pausa di riflessione.
Il partito di Calenda, infatti, viene superato anche da una lista vicina ai no vax, e dimostra la sua sostanziale irrilevanza, già mostrata in Lombardia e Lazio e destinata probabilmente ad accentuarsi nei prossimi mesi. Il problema del terzo polo, alla faccia di quanti preconizzavano che il centro sarebbe stato decisivo, è che non ha ancora una sua direzione precisa, e rimane sostanzialmente un partito personale, legato ai capricci di Renzi e alla supponenza di Calenda. Facile immaginare che questo nuovo tonfo possa creare ulteriori malumori nei due uomini di punta, accentuando le distanze tra i due.
In questo quadro perciò non si può non concludere che il voto in Friuli certamente aiuta il governo a ricompattarsi, in un momento delicatissimo, in cui la questione del Pnnr sta creando non pochi grattacapi all’esecutivo, anche alla luce delle discrepanze tra i vari alleati createsi sulla realizzazione del piano, come le dichiarazioni di Molinari a questo giornale ieri hanno ampiamente dimostrato. Ma queste divergenze sembrano davvero poca cosa rispetto ai travagli e ai problemi che gravano sulle opposizioni.