Politica

Trump a Roma: una occasione per l'Italia

Giuseppe Vatinno

Trump non vuole "esportare democrazia" - come Obama - ma più semplicemente affari

Donald Trump è a Roma ed è la prima capitale europea che visita ufficialmente.

Certo Roma è anche la sede del Papa ma insomma è una occasione per il nostro Paese di rafforzarsi nella politica internazionale, soprattutto ora che Macron in Francia tenta di (ri)costruire un asse con Berlino e il Regno unito è fuori dalla Ue.

Trump, contrariamente a tutti gli ultimi Presidenti Usa, è un pragmatista non ideologizzato e quindi l’interlocutore migliore visto che gli “esportatori di democrazia” e del politically correct non sono stati molto premiati nelle recenti elezioni.

A Trump non interessa la filosofia o appunto l’ideologia ma gli interessano solo i rapporti che può instaurare con uno Stato, come ha dimostrato con la prima visita fatta in Arabia Saudita e con quanto ha affermato in Israele.

Al contrario di Obama che invece dell’ideologia di parte faceva il suo cavallo di battaglia e che tanti guai ha provocato in giro per il mondo: basti pensare che le cosiddette “primavere arabe” che hanno trovato subito schiere di aficionados in tutta Europa hanno completamente destabilizzato quei Paesi ce che l’Italia ne paga le conseguenze più grosse nel caso della Libia, sua ex colonia ed ora divisa politicamente  e geograficamente in due e da dove partono vere e proprie “bombe umane” di migranti.

Quindi meglio un Presidente rude (se migliorerà in tal senso ne avrà anche lui dei vantaggi) ma che non fa guai in nome degli ideali di chi i guai li ha fatti in nome della democrazia.