Politica

Trump rafforza il governo Conte. Così l'assalto Usa allontana la crisi

Di Alberto Maggi

Le ripercussioni sulla politica italiana di quello che è accaduto ieri a Washington

Donald Trump ha dato una grossa mano al governo giallo-rosso di Giuseppe Conte e ha affossato le già flebili speranze di Matteo Salvini e soprattutto di Giorgia Meloni di andare di corsa a elezioni politiche anticipate. Ironia della sorte, proprio il leader dei sovranisti mondiali, con la sua quasi chiamata alle armi che ha portato all'assalto del Congresso Usa, spinge le forze di maggioranza a mettere da parte le divergenze e a trovare un'intesa.

Spiazzati proprio i partiti italiani, Lega e Fratelli d'Italia, che avevano puntano sul tycoon a stelle e strisce. Questa mattina, all'indomani dell'attacco al Campidoglio a Washington, fonti qualificate di governo e di maggioranza parlano di "soluzione vicina" e di "accordo a portata di mano", anche grazie alle scene viste in tv e proveniente dalla capitale statunitense. L'idea di fondo è quella che in ogni caso un'intesa va assolutamente raggiunta per evitare il rischio che "i sovranisti alla Trump, nemici della democrazia, prendano il potere anche in Italia" in caso di ritorno alle urne in aprile.

Ed è così che sul Recovery Plan le posizioni si sono molto avvicinate, con Italia Viva che si dichiara soddisfatta e con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri che deve solo mettere a punto gli ultimi dettagli del nuovo piano rivisto e corretto. Sul fronte rimpasto si starebbero - condizionale sempre d'obbligo - aggiustando le caselle, preso atto delle dichiarazioni dei Dem Graziano Delrio e Andrea Orlando di non voler entrare nell'esecutivo. Anche l'ipotesi di un nuovo presidente del Consiglio appare quasi del tutto tramontata, visto che ufficialmente i renziani ha sempre parlato di merito e di provvedimenti per il bene dell'Italia e non di poltrone.

Resta da capire se ci sarà una cosiddetta crisi pilotata per far nascere il Conte ter o se semplicemente si andrà a un aggiustamento della compagine governativa, con il cambio di tre o massimo quattro ministri e di qualche sottosegretario. Il premier, salvo colpi di scena, dovrebbe cedere la delega ai Servizi Segreti, come chiesto non solo a gran voce da Renzi, probabilmente a Lorenzo Guerini qualora al ministero della Difesa arrivasse il numero due di Italia Viva Ettore Rosato. Insomma, l'assalto dei trumpiani a Washington e l'incoronazione di Joe Biden presidente rafforza il governo, allontana la crisi, e mette in imbarazzo la destra sovranista.