Politica
Ue, ex M5S Rondinelli sceglie il Pd: "Entro nel gruppo socialista". Esclusiva
"La sinistra europea ha visione e idee per un futuro diverso. Le primarie del Pd sono un'occasione unica per cambiare il Paese"
Intervista a Daniela Rondinelli, deputata europea che oggi è entrata nei Socialisti e Democratici, dopo essere stata autorevole rappresentante del M5S fino all’estate scorsa
Fabrizio De Andrè avrebbe detto che oggi al Parlamento Europeo qualcuno ha fatto una scelta “in direzione ostinata e contraria”. Quella persona è Daniela Rondinelli, deputata europea, capolista nel Centro Italia nel 2019 del M5S e da poche ore entrata nel gruppo dei Socialisti e Democratici europei. Un percorso non esattamente scontato in questo momento storico sia rispetto alla fase complessa che vive il PSE da inizio dicembre, sia rispetto alla complessa transizione che sta attraversando il PD in Italia dopo le elezioni politiche.
Onorevole Rondinelli non si può di certo dire che Lei ami le scelte comode. E del resto la Sua storia lo dice che, come direbbe una scrittrice italiana, Lei và dove la porta il cuore. E la passione civile. Ci racconta questa scelta coraggiosa?
“E’ vero che sia nella mia vita professionale e soprattutto nel lavoro che ho fatto con la CISL per tanti anni proprio in Europa mi ha sempre guidato la determinazione a dare sempre un contributo coerente alla tutela dei lavoratori nel tempo della globalizzazione. E se ho accettato la sfida di proseguire quel lavoro in Parlamento Europeo è stato proprio perché volevo continuare quel lavoro nelle istituzioni, cercando di incidere ancora di più sul futuro delle donne e degli uomini in Europa. E’ quello che ho fatto in questi 4 anni certamente a volte sposando battaglie controcorrente ma per me giuste perché difendevano le persone che meritano un lavoro e una vita dignitosi e gratificanti. Ecco oggi ho fatto una scelta che sta in pieno dentro questo percorso e che non guarda ai sondaggi o alle inchieste. Per me entrare nel gruppo del Socialisti e Democratici significa trovare la mia casa dove si possono praticare il confronto, il dialogo e la condivisione di proposte e idee per un modello di Europa più sociale, solidale e resiliente rispetto alle grandi sfide che siamo chiamati a fronteggiare per dare ai cittadini, famiglie, imprese e territori quelle risposte e soluzioni che ci chiedono ancora di più dopo l’inizio della pandemia, della guerra in Ucraina e di tutte le crisi che hanno generato".
Appunto, Onorevole Rondinelli, la pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la transizione ecologica e l’Europa che ha cominciato a diventare un po' meno sinonimo di rigore e un po' più casa degli europei, a cominciare dal Next Generation Eu per arrivare alla direttiva sul salario minimo di cui Lei possiamo dirlo che è una delle vere mamme. Cosa significa in questo contesto e con le battaglie anche di rottura che Lei ha fatto in questi anni passare a farLe con i Socialisti Europei?
“E’ proprio su queste battaglie e su questa visione di Europa che ho testato in questi anni e condiviso in questi ultimi mesi la sintonia con i Socialisti Europei. Un’Europa che non dimentichi gli ultimi e gli svantaggiati, che non sottovaluti l’emergenza demografica, che non alzi mai muri alle frontiere, che sia aperta e capace di garantire sicurezza e prosperità, governando i cambiamenti e difendendo a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo il diritto internazionale, l’autodeterminazione e la libertà dei popoli, come con l’Ucraina. Un’Europa protagonista senza se e senza ma della lotta al cambiamento climatico e all’avanguardia rispetto alla trasformazione tecnologica, digitale ed energetica, garantendo che queste transizioni non lascino indietro nessuno. E ad esempio proprio sul salario minimo europeo che Lei citava è uno degli snodi sui quali ho potuto apprezzare nel tempo un’evoluzione dei Socialisti Europei che adesso insieme sono certa potremo realizzare concretamente a cominciare dall’Italia, dove anche il Presidente di Confindustria Bonomi è arrivato di recente a riconoscere la priorità anche per le imprese di un cambiamento radicale della situazione inconcepibile per moltissimi lavoratori. Ecco ho toccato con mano quanto sarà più decisa e forte nei prossimi mesi e anni la battaglia che insieme ai Socialisti Europei potremo combattere contro le disuguaglianze, la diffusa precarietà, la necessità di intervenire per eliminare i crescenti squilibri del mercato del lavoro e la povertà lavorativa, in difesa soprattutto dei giovani e delle donne. E ancora insieme potremo far uscire dalle crisi che viviamo l’Unione europea e farla diventare più solidale, avendo a cuore il bene delle famiglie, delle imprese, dei territori e del lavoro di qualità, con più attenzione alle esigenze delle piccole e microimprese, valorizzando le tradizioni, la cultura e le identità locali. Perché per fare tutto questo ci vuole una fortissima visione e una moderna cultura riformista, che i Socialisti Europei oggi garantiscono ancora di più che nel passato e che sono la vera alternativa alle spinte populiste e estremiste, all’intolleranza e al sovranismo, che nel nostro Continente e nel mondo sono decisamente in campo".