Politica
Ultima generazione: chi difende gli imbrattatori? La sinistra radicalchic
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha protestato pubblicamente poco dopo e per la prima volta qualcosa si è mosso
Lesta a carpire l’occasione anche tal Michela Cicculli che rappresenta Sinistra Civica ed Ecologista al Comune di Roma che se la prende con la Meloni e La Russa perché hanno osato stigmatizzare l’accaduto. Ma c’è anche chi non è uno sconosciuto, come Patrizia L’Abbate addirittura vicepresidente della commissione Ambiente della Camera che dichiara: "Il gesto di questi ragazzi che hanno lanciato vernice sulla facciata del Senato non è giusto, ma non li state ascoltando! Dobbiamo ascoltarli!".
Speriamo, anche in questo caso, che qualcuno le imbratti anche a lei la facciata di casa. Spettacolo indegno che viene dalla sinistra radical – chic in cerca di visibilità. Ma anche i giornali non hanno perso l’occasione. Marco Travaglio scrive oggi su Il Fatto: “Fermo restando che questi atti dimostrativi di Ultima Generazione sono, a nostro avviso, sacrosante (sic!) nel merito ma controproducenti nel metodo…” e poi se la prende con il Tg1 che non avrebbe dato la notizia.
Similmente La Notizia titola: “Lanci di vernice contro il Senato. Tutti indignati, ma lo scandalo è un altro: pochi governi al mondo sono ostili all’ambiente come il nostro”. Chissà se il direttore Gaetano Pedullà, ora paladino della sinistra, si ricorda quando era il direttore del destrissimo Il Tempo o quando usciva il libro di Gianni Alemanno “Verità capitale”, con la sua presentazione in copertina.
Se conosciamo bene i meccanismi dell’Italia Soumahoro rischia la leadership della sinistra radical – chic che ha fiutato in Ultima Generazione una gustosa avventura tartinata e ci si sta gettando a pesce. Le cronache riferiscono di un Diego Bianchi in arte Zoro eccitato come una salamandra all’equatore che sta sconvolgendo i palinsesti di Propaganda Live mentre l’amico Marco Damilano già ieri sera ha cominciato a battere i pezzi su Rai Tre dando spazio alla difesa di UG da parte di Luigi Manconi mentre lui, furbamente, ha cautamente dimostrato una certa cautela istituzionale tirando il sasso e nascondendo la mano.