Politica
Ultima Generazione tenta il blitz a Palazzo Chigi: sono un problema sociale
Ultima generazione? Ormai sono un problema di rilevanza sociale per i cittadini che non ne possono più
Ultima Generazione tenta il Blitz a Palazzo Chigi a Roma
Gli eco-attivisti che molti chiamano eco-terroristi di Ultima Generazione colpiscono ancora, eccitati dalle feste imminenti ma finisce male per loro: 19 denunce. Ormai l’opinione pubblica si è abituata a vedere strade bloccate e gente inferocita che prende a calci e schiaffoni i militanti che hanno ormai esautorato i famosi gretini ma l’azione di ieri contiene una novità e cioè la diretta televisiva.
Infatti c’era una diretta in corso su L’aria che tira (La 7) quando si è potuto assistere ai primi blocchi stradali nella centralissima via del Corso a Roma, piena di gente e turisti per le spese natalizie. I militanti avevano con loro due secchi una piena di un liquido marrone (forse fango) e l’altro materiale edile. Alcuni avevano maschere di cartone con l’immagine del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del presidente della camera Lorenzo Fontana.
Poiché i manifestanti erano pericolosamente vicini a Palazzo Chigi e al Parlamento le forze di Polizia sono prontamente intervenute per sgombrare via del Corso, angolo via del Parlamento dove si erano sdraiati per terra per inscenare la solita pantomima che solo l’altro ieri aveva fatto infuriare gli automobilisti sulla Salaria, sempre a Roma.
Dopo lo sgombro gli attivisti sono finiti al commissariato del rione Trevi dove sono stati identificati e 19 di loro denunciati per manifestazione non preavvisata, blocco stradale, violenza privata aggravata e interruzione di pubblico servizio.
Ultima generazione? Ormai sono un problema di rilevanza sociale per i cittadini che non ne possono più
Tra di essi già volti noti alla Polizia che avevano già ricevuto il foglio di via obbligatorio e saranno poi denunciati anche per questa nuova imputazione. Quello di Ultima Generazione sta diventando un problema sociale rilevante perché nonostante l’inasprimento delle pene non si riesce a risolvere. Gli attivisti pare abbiano una inesauribile scorta di benzina ideologica che ne fa degli invasati del verde e che se ne fregano altamente degli altri e dei loro problemi. Oltretutto stanno attirando molta antipatia su un problema invece grave ed importante per l’umanità.
Il caso della Salaria è stato eclatante perché per la prima volta gli automobilisti hanno reagito e naturalmente ci stanno finendo di mezzo loro perché esasperati li hanno presi a schiaffoni. Probabilmente l’unico modo di uscire da questa problematica è quello di inasprire ulteriormente le pena ma soprattutto di rendere prioritari i processi ed applicare pienamente la nuova legge che prevede reati appositi e pene specifiche.
Il rischio è quello che la situazione degeneri in una sorta di guerra civile tra i cittadini giustamente inferociti per i continui blocchi e gli attivisti che continuano a imperversare impunemente. Evidentemente si tratta di gente che non lavora, dati gli orari che scelgono. E quindi è naturale la domanda: chi c’è dietro? O più prosaicamente chi li finanzia? C’è qualche longa manus che già conosciamo o è qualche altro nuovo riccone radical – chic annoiato e con la erre moscia che si gode la scena dall’alto di un grattacielo? Tanto a lui che gli frega? Loro si spostano in elicottero.