Politica
Un Paese fondato... sulle fondazioni. Perché la politica non sa farne a meno
Quante sono le fondazioni politiche? A cosa servono? Da che parte stanno? Lo scenario è molto composito e bisogna osservarlo in profondità
Il tema caldo del finanziamento alla politica
In totale, le fondazioni riferibili all’ambito politico sono oltre 100 e la loro gestione si intreccia con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, deciso proprio dal Governo Letta nel dicembre 2013. Siccome i vincoli gestionali imposti alle fondazioni sono meno stringenti rispetto a quelli dei partiti (ad esempio non sono tenute a presentare i bilanci), molti sostengono che il loro scopo primario sia proprio quello di garantire quell’afflusso di denaro che è comunque necessario a fare politica. Anche per questo, il dibattito politico – vedi la cosiddetta legge “Spazzacorrotti” – da tempo ruota intorno al tema dei finanziamenti privati (se non sono pubblici, da qualche parte dovranno pure arrivare) ed anche sulla possibilità di imporre alle fondazioni le stesse regole che devono rispettare i partiti.
Fondazioni o partiti?
La questione è tornata di rovente attualità con l’indagine sulla Fondazione Open, che viene considerata una sorta di braccio operativo dell’attività politica di Matteo Renzi. Lo stesso fondatore di Italia Viva ne ha parlato durante l’ultima kermesse della Leopolda, con toni decisamente duri: "Secondo il pm la fondazione in realtà si colloca nell'ambito del finanziamenti ai partiti. Cosa succede? Se i soldi vanno a una fondazione sono rendicontati con un modulo A, se a un partito con un modulo B. Noi avremmo avuto tutto l'interesse a farlo come partito perché avremmo avuto sgravi fiscali. Tutto questo lo dico per andare al punto: nei paesi democratici le forme della politica le decide il Parlamento e non i magistrati. Perché se è il giudice penale a decidere cosa è un partito e cosa no, la libertà democratica è a rischio. E' evidente che la questione processuale se la vedranno gli avvocati e l'iter terminerà verosimilmente nel 2027. In questo processo le 92.000 carte parlano di reato di finanziamento illecito alla politica. Ti sei sgraffignato dei soldi? Poi scopri che quei denari non sono solo tutti tracciati, ma tutti bonificati. Il tema del contendere non è il finanziamento illecito. Il tema è il finanziamento illecito alla politica. Questi denari tracciati sono andati a una fondazione. Ma secondo il pm faceva finta di essere una fondazione, ma era un partito. Un superprocesso che manco la retate mafiose".
Regole e trasparenza
La stessa ipotesi, quella del finanziamento illecito, sarebbe stata avanzata dai magistrati che indagano sulla Fondazione Change di Giovanni Toti. Il condizionale è d’obbligo, perché il Governatore della Liguria non solo ribadisce la correttezza gestionale, ma dopo alcune ore dagli articoli pubblicati da “II Fatto Quotidiano” e “Domani” affermava di non essere neppure a conoscenza di eventuali indagine. Change è nata nel 2017, mentre in un report che si fermava al bilancio del 2016 una fonte autorevole quale Transparency International Italia faceva notare una cosa decisamente interessante: “Solo 8 strutture su 108 pubblicano l’elenco dei finanziatori o dei soci, e sono: Aspen Institute Italia, Fondazione Etica, Fondazione Open, Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII, Fondazione sviluppo sostenibile, Human Foundation, Italia decide, Symbola. Bisogna inoltre sottolineare che, di queste 8, solo Fondazione Open pubblica accanto al nominativo dei finanziatori che hanno dato il proprio consenso alla pubblicazione, il corrispettivo ammontare della donazione”. Fatti che concorrono a formare una (notevole) complessità, così come quelli che sono all’attenzione dei magistrati che indagano su questo aspetto decisamente delicato della vita democratica e della effettiva possibilità di fare politica. A loro il compito di individuare eventuali reati, ma la necessità di una maggiore chiarezza accomuna tutti: l’Italia, almeno in politica, sembra veramente un Paese fondato… sulle fondazioni.