A- A+
Politica
Voto Usa, Capezzone: "Opinionisti come bimbiminkia pro-Clinton"


Donald Trump non ha solo vinto: è andato oltre ogni previsione.

 

Anche chi (come noi qui) da mesi descriveva una realtà diversa e opposta rispetto al racconto dei media mainstream, non poteva prevedere un risultato simile: nei singoli stati più ancora che nel voto popolare complessivo. Una valanga al di sopra di ogni possibile ipotesi, anche della più rosea per il tycoon.

 

Trump ha vinto in luoghi “impossibili”: per lui stesso e per i repubblicani. Rompendo ogni “regola”, ha esteso alle elezioni generali ciò che gli era riuscito nei lunghi mesi delle primarie: mobilitare in modo spettacolare i suoi sostenitori, e mostrare che facendo il pieno del voto bianco maschile si poteva sopperire alla prevedibile difficoltà di ottenere il consenso di donne, elettori neri e  ispanici (alcuni dei quali, alla fine, anziché votare Hillary, sono rimasti a casa).

 

Dopo gli otto anni di Obama (seriamente in corsa come il peggior presidente della storia Usa, altro che “Obama il grande” come vaneggia da mesi un presunto “esperto” italiano di cose americane…) e dopo una campagna che ha premiato i due candidati – a loro volta – peggiori da 150 anni, la Clinton è stata severamente punita.

 

Se il fattore umano conta (certo che conta!), il “sense of purpose”, lo scopo profondo che Hillary ha mostrato da sempre era esclusivamente il suo personale successo, la sua personale affermazione. In un rovesciamento neanche troppo da psicanalizzare (tanto appariva chiaro), più diceva agli elettori “It’s about you”, più ognuno capiva “It’s about me”. E gli elettori hanno deciso di punirla.

 

Anche passando dalla dimensione individuale a quella collettiva, la Clinton è stata l’emblema dell’establishment, di quella parte di America (da Hollywood a Wall Street) che da anni si va separando dall’”altra America”, quella di un ceto medio impaurito, impoverito, e dunque “incazzato”.

 

Su queste colonne ne abbiamo scritto per mesi, citando una dozzina di libri (tra tutti, ricordo quelli di Charles Murray, Yuval Levin, Mark Levin) con un denominatore comune: la denuncia dell’incapacità dell’establishment di comprendere le ansie, le paure, le esigenze dei ceti medi e medio-bassi, trattati con disprezzo e quasi “relegati” in una diversa antropologia.

 

Trump, pur nella sua rozzezza, ha offerto attenzione a quell’America povera e bianca (trattata dai media mainstream come una feccia di sdentati), e si è trasformato nello strumento della loro vendetta.

 

Ricordate la gaffe di Hillary di due mesi fa sui “deplorables”, cioè sugli elettori di Trump definiti “miserabili”? Quella frase resta come epitaffio di un’intera classe dirigente.

 

Le incognite ora sono moltissime, inutile negarlo. In politica interna e in economia, il programma di Trump è andato via via migliorando nel corso dei mesi, in particolare sulla parte fiscale. In politica estera, invece, ci sarà moltissimo da capire. Sullo scacchiere internazionale, il danno lasciato da Obama è evidente: otto anni di arretramenti, un costante “ritiro”, un costante inchino a dittatori e regimi, un “withdrawal” morale oltre che militare su tutti i fronti: tutte cose che hanno aperto un gigantesco vuoto del quale hanno beneficiato tutti i player nemici dell’Occidente: Iran, Cina, Russia, oltre naturalmente al terrorismo Isis. Vedremo come Trump comporrà la sua squadra, e capiremo presto molte cose. Ci torneremo, dopo questa lunga notte.

 

Ma i veri sconfitti – più ancora dei perdenti nelle urne – sono i media mainstream, gli “esperti”, i commentatori-commendatori. Anche qui in Italia, servirebbero dimissioni e silenzio di una cinquantina tra direttori, editorialisti, ciambellani del potere. Per mesi, hanno raccontato un mondo parallelo, lontano dal vero. Non leggeteli più, non credetegli più: con i loro giornali potete al massimo incartare le uova.

 

Erano in malafede, certo. Durante i dibattiti, non dimenticheremo i loro tweet complusivi pro-Hillary da “bimbiminkia”, il loro tifo in curva, quando era invece necessario uno sforzo per capire, per provare a comprendere cosa accadeva.

 

Ma più ancora che la loro malafede, a contare in negativo è stata la loro incapacità di capire la realtà, che sfugge ai loro schemi, anzi ai loro schemini. Come per Brexit, né più né meno.

 

 

Ps Resta da capire dove ora vada a nascondersi Matteo Renzi, che, rompendo ogni galateo istituzionale, nelle scorse settimane aveva fatto scomposte e sguaiate dichiarazioni pro-Hillary.

 

Ps 2: Pena profonda per lo spettacolino televisivo di questa notte in Italia. Senza commenti, senza parole. Senza vergogna.


Ps 3 Allego qui mio un pezzo del 7 agosto scorso, uno dei molti articoli che ho scritto sul tema…

http://formiche.net/2016/08/07/errori-di-chi-odia-trump/

Tags:
trump presidente





in evidenza
Leo Di Bello e Sarah Castellana: "Noi come Lautaro-Morata". Eros Ramazzotti special guest star

Champions show su Tv8

Leo Di Bello e Sarah Castellana: "Noi come Lautaro-Morata". Eros Ramazzotti special guest star


in vetrina
Simpson, l'episodio finale che gela il sangue. Muore un celebre personaggio, poi...

Simpson, l'episodio finale che gela il sangue. Muore un celebre personaggio, poi...


motori
Porsche Taycan Cup: Al via il primo campionato monomarca elettrico in Italia

Porsche Taycan Cup: Al via il primo campionato monomarca elettrico in Italia

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.