Politica

Zelensky, la disperata solitudine del 'numero uno', tra finzione e realtà

Di Paolo Diodati

A quasi un anno dall'attacco di Putin all'Ucraina, il ridestato Berlusconi mette a fuoco l'unica soluzione possibile per farla cessare

Nell'articolo sostenevo che Zelensky da Presidente televisivo e cinematografico, s'era comportato molto meglio del presidente reale. Chi leggesse la storia del perché sia scoppiata la guerra e vedesse o solo leggesse la trama della serie delle 49 puntate, l'ultima nel 2019, inventate dal fantasioso Zelensky che diede il nome "Servitore del popolo" a serie televisiva, film e partito immediatamente fondato, difficilmente non sarebbe d'accordo con le mie argomentazioni, che hanno preceduto il risveglio di Mister B. La disperata solitudine si evince anche dal livello della lettera inviata e letta dal penoso e bambinesco Amadeus (unica frase spiritosa: se mi cacciano, io me ne vado). Un qualsiasi collaboratore avrebbe contribuito a migliorarla. Questo l'articolo cestinato (per curiosità o a rimembranza dei redattori).


Nell'ottobre 2015 iniziarono le teletrasmissioni, in Ucraina, del primo ciclo di 23 episodi della serie televisiva "Il servitore del popolo". Tanto per rendersi conto della lontananza tra lingua russa e ucraina, quel fortunato titolo è Слуга народу in ucraino e Слуга народа in russo. Nel 2016 fu realizzato un film, prodotto da una casa cinematografica fondata dall'allora attore, principale interprete Zelensky nella parte di un insegnante, impegnato nella denuncia della corruzione dilagante nel paese. Allora Zelensky era ritenuto un buon attore comico dotato di creatività e di riuscite iniziative pratiche.

Nel 2017 furono trasmessi altri 23 episodi e il successo continuò a dilagare. Venne definito "virale" l'episodio con una sua arringa contro la corruzione, ripreso da un suo studente. La finzione cinematografica termina con l'inaspettata elezione dell'insegnante, a Presidente della Repubblica. In questa impegnativa carica, Zelensky attore dimostra grande buon senso, riconoscendone le difficoltà e i tempi necessari, per "imparare il mestiere". Solo dopo un periodo di disorientamento, memore delle promesse fatte al popolo, decide di combattere con durezza la corruzione. Questo nella finzione, dove i suoi studenti addirittura avevano agito a sua insaputa, per farlo diventare Presidente. La finzione terminò con gli ultimi tre episodi, trasmessi nel 2019