Fisco e Dintorni

Il redditometro viola i diritti dell'uomo: la denuncia di PIN

Partite Iva Nazionali denuncia “Abbiamo chiesto un confronto al Ministro dell’Economia per parlare del nuovo Redditometro ma nulla…. Così com’è viola i diritti umani!!!”.

 

A margine dell’incontro tenutosi nei giorni scorsi tra i dirigenti dell’associazione Partite Iva Nazionali (PIN)  avente ad oggetto la prossima riforma fiscale – si è parlato anche della recente sentenza di Bari che ha annullato un accertamento da Redditometro illegittimo per decine di migliaia di euro nei confronti di un contribuente pugliese difeso dall’Avv. Matteo Sances (sentenza n.2751/4/2020 della Commissione Tributaria Regionale della Puglia, visibile su www.partiteivanazionali.it – sez. Documenti).

Tale sentenza ha riscosso notevole scalpore poiché i giudici, oltre a sancire l’illegittimità dei presunti maggiori redditi ricalcolati a carico del contribuente, hanno condannato il Fisco al pagamento delle spese processuali.  

Ciò ha permesso, inoltre, di fare il punto della situazione in merito al nuovo Redditometro oggetto di numerose critiche da parte delle associazioni di categoria, tra cui proprio PIN.

Sul punto interviene il Presidente di PIN, Antonio Sorrento, il quale precisa “Nelle settimane scorse, insieme a Movimento Consumatori, abbiamo chiesto un incontro urgente al Ministro per evidenziare i grossi profili di illegittimità che, a nostro parere, gravano sul nuovo Redditometro… Questa tipologia di accertamento calcola in maniera induttiva il reddito dei contribuenti basandosi su alcune spese da essi effettivamente sostenute o sui risparmi accumulati (art.38 del DPR n.600/73). Inizialmente la finalità della norma era quella di verificare situazioni anomale: tanto per capirci, se una persona risultava con redditi molto bassi e poi aveva più case o automobili venivano chieste spiegazioni in merito e se non provava l’origine lecita dei redditi (e il pagamento delle tasse su quei redditi) veniva inevitabilmente accertato… Vista la possibilità di errori di approssimazione di questa tipologia di accertamento la norma prevedeva uno scostamento considerevole di almeno due anni tra quanto dichiarato e quanto ricalcolato (almeno il 25%)…Ora però riteniamo che la situazione sia sfuggita di mano”.

Continua, il Presidente Sorrento “Grazie a tutti i professionisti del nostro comitato scientifico abbiamo analizzato le bozze dei decreti del nuovo Redditometro e siamo convinti che molto non torni…. Innanzitutto, nonostante tale accertamento sia stato modificato nel 2018 il Ministero pretende di accertare retroattivamente con le nuove regole a partire dal 2016. Ma non basta!!!!... Tra le spese che possono portare al ricalcolo del reddito dei contribuenti sono state affiancate alle spese effettive anche le spese denominate <<PER ELEMENTI CERTI>> basate su valori Istat. In pratica l’Agenzia delle Entrate può ricalcolare i nostri redditi aggiungendo una serie di spese standard, ad esempio per l’istruzione dei figli, per gli alimenti, per calzature, ecc... e tutto ciò in barba alle contestazioni del Garante della Privacy che ha definito in più occasioni tale metodologia addirittura contraria alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo (si veda il parere del Garante della Privacy del 2013; https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/2765125 )”.

Continua il Dott. Giuseppe Dragone, Commercialista in Milano e responsabile PIN per la Lombardia “Riteniamo vi siano gravi profili di illegittimità nel nuovo Redditometro ma non solo… Come PIN abbiamo denunciato più volte alle istituzioni l’esigenza di un organo di controllo IMPARZIALE e quindi di un nuovo Garante del Contribuente con più poteri e composto anche da rappresentanti delle imprese, in modo da vigilare in merito al corretto operato del Fisco. Ecco perché insieme all’Avv. Matteo Sances e a tutto il comitato scientifico di PIN continueremo a informare cittadini e le imprese in merito ai loro diritti”.

Conclude il Dott. Stefano Sfrappa, Presidente del Sindacato Italiano Commercialisti (SIC), il quale fa presente che “Lo Stato deve pesare e graduare gli interessi prevalenti e al momento non mi pare che il Redditometro corrisponda ad un interesse attuale per lo Stato. L’interesse prevalente al momento deve essere il sostegno e la ripresa dell’economia. Inoltre, la digitalizzazione massiva mette già a disposizione dello Stato una mole notevole di informazioni e dati utili per avviare attività di indagine senza ricorrere a nuovi strumenti presuntivi di ricostruzione del reddito, tra l’altro in contrasto con il principio costituzionale di capacità contributiva. Non è stato inoltre chiarito il valore delle spese di ristrutturazione degli immobili sostenute negli anni alla luce del sole che ora sembrerebbe costituiscano indice di capacità contributiva retroattivamente”.

Ringraziamo dunque Partite Iva Nazionali e il Sindacato Italiano Commercialisti per il forte impegno a salvaguardia dei diritti dei contribuenti.