Fisco e Dintorni

L’evasione è reato ma pagare in contanti è libera scelta

E' partita in questi giorni l'iniziativa di Partite Iva Nazionali denominata: "l'evasione è un reato, pagare in contanti è una libera scelta"!

Ricordiamo che già in passato, PIN aveva presentato in Senato una petizione in merito all'argomento cashback  ed esattamente la numero 669 presentata in VI Commissione Finanza, con cui si chiedeva la modifica del piano cashless motivata dall'inopportuna manovra presentata e portata avanti durante un periodo pandemico.  Abbiamo sentito il Presidente Nazionale di PIN, Antonio Sorrento, che dichiara: 《Siamo ancora una volta imbarazzati nell'apprendere che in questi giorni il MEF stia ancora discutendo ed ancor peggio valutando se punire o no i cosidetti furbetti del cashback, ossia quei clienti che sfruttando una falla del sistema normativo strisciando la propria carta bancomat sui pos degli esercenti, ancora una volta beffati e danneggiati da un sistema economico che fa acqua da tutte le parti nella speranza di accumulare maggiori punteggi al fine di conquistare il fatidico premio di: MIGLIOR STRISCIATORE》!  

L'iniziativa di "Protesta Romantica" è stata apprezzata dal Sindacato Italiano Commercialisti (SIC), abbiamo sentito il Presidente Nazionale, il Dott. Stefano SFRAPPA che ha dichiara:《Lo scenario burocratico attuale, a cui siamo sottoposti? La lotteria degli scontrini (cui sono state peraltro destinate importanti risorse pubbliche), la deducibilità del pagamento delle spese sanitarie a strutture private solo se tracciate, la dichiarazione IVA precompilata (dopo l’insuccesso di quella dei redditi), lo SPID in sostituzione dei vecchi PIN e montagne di informazioni richieste nel nuovo modello Unico già in possesso dell’ADE in quanto già comunicate con apposita domanda telematica (es. bonus locazioni o contributi a fondo perduto).

In un mondo sempre più digitalizzato ed immateriale si fatica a comprendere l’utilità di certe misure che gravano sul cittadino e sugli esercenti, senza che lo Stato ne abbia una contropartita tangibile, difatti da quando tutto è più elettronico, digitale e telematico l’evasione è aumentata e non certamente diminuita.

Complice la pandemia, tra cassetti fiscali e previdenziali, si fatica a dialogare con i pubblici uffici, ad oggi prevalentemente chiusi al pubblico a differenza di gran parte di aziende ed  esercenti privati.

Insomma, in nome della modernità si pensa che tutto possa essere risolto con la trasformazione digitale ma invece non è proprio così. La digitalizzazione dell’economia è un processo che puo’ accompagnare la trasformazione e la crescita ma non può essergli affidato tutto e soprattutto non credo sia possibile fondare la ripartenza  della nostra economia soltanto su questo.  Ne stanno pagando le conseguenze i professionisti che si trovano continuamente ad aggiornare a proprie spese competenze e “capitale informatico”, gli imprenditori che devono sostenere costi di adeguamento (come quello ad esempio del nuovo registratore di cassa telematico) ed i cittadini, soprattutto i cd “ analfabeti digitali” che sono le fasce più anziane e più deboli completamente spiazzate da tali processi  di veloce trasformazione della nostra economia. 

Ed allora una semplice riflessione : cui prodest》?

Conclude Sorrento: 《Se è vero che ci troviamo in un periodo d'emergenza è ancor più vero ed imbarazzante constatare l'attenzione di un governo nei confronti dei consumatori piuttosto che nei confronti degli imprenditori che (i fortunati con un'azienda ancora attiva) faticosamente non riescono a portare nemmeno un tozzo di pane a casa per i propri figli. Tutto ciò è inammissibile, vergognoso ed inaccettabile》!