Pillole d'Europa

L'Europa impegnata per la crescita del commercio elettronico

Pillole d'Europa
di Cinzia Boschiero

TASSAZIONE PIU’ EQUA, IL GEOBLOCCO DEL COMMERCIO ELETTRONICO, PROFESSIONI A CONFRONTO

 

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTE E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.comeurochat2013@gmail.com

 

Domanda: ma le tasse in Europa non si potrebbero normare in modo più congruo, prendendo spunto dalle best practice dei Paesi che gestiscono meglio la tassazione senza vessare noi cittadini e le imprese? Nicola Rubesci

Risposta: proprio per una tassazione più equa la Commissione europea ha avviato i lavori per compilare un primo elenco comune delle giurisdizioni fiscali non collaborative. Ha individuato degli indicatori chiave con l’obiettivo di contrastare l’evasione e l’elusione fiscali non solo nei Paesi dell’Unione europea ma anche nei Paesi terzi che hanno legami economici con l’Unione europea. L’Unione Europea collaborerà strettamente con l’OCSE durante il processo di compilazione dell’elenco e terrà conto della valutazione dell’OCSE sulle norme di trasparenza delle giurisdizioni.

 

Domanda: per favore ci sono dei dati sul commercio elettronico in Europa e sul geoblocco? Devo fare una ricerca per la mia professoressa al mio liceo e non so dove reperire documentazione, grazie Luca Borecco

Risposta: è stata effettuata una indagine settoriale sul commercio elettronico di recente e la Commissione europea ha elaborato una relazione preliminare in cui conferma la rapida crescita del commercio elettronico nell’Unione Europea ed individua le pratiche commerciali che rischiano di incidere sulla concorrenza e limitare le scelte dei consumatori. La relazione preliminare europea conferma la crescente importanza del commercio elettronico. Nel 2015 oltre la metà dei cittadini adulti dell'UE ha ordinato beni o servizi online e in alcuni Stati membri il numero sale a più di otto su dieci. Stando ai dati indicati dalla Commissione europea, ampliando le scelte dei consumatori e la loro capacità di trovare le offerte migliori, il commercio elettronico rappresenta un importante stimolo alla trasparenza e alla concorrenza sui prezzi. La trasparenza vale anche sul versante dell’offerta: la relazione rileva, ad esempio, che oltre la metà dei venditori al dettaglio segue i prezzi dei concorrenti e la grande maggioranza reagisce alle loro variazioni di prezzo. Per la vendita online di beni di consumo i produttori hanno reagito alla crescita del commercio elettronico adottando una serie di pratiche per controllare meglio la distribuzione dei loro prodotti e il posizionamento dei loro marchi. Si è diffuso il ricorso a sistemi di distribuzione selettiva in cui i prodotti possono essere venduti soltanto da rivenditori autorizzati preselezionati e sempre più spesso i produttori vendono i loro prodotti direttamente ai consumatori online. Nel marzo 2016 la Commissione ha pubblicato i primi risultati sulla questione del geoblocco, che è risultata essere una pratica ampiamente diffusa nel commercio elettronico in tutto il territorio dell'Unione, soprattutto per quanto riguarda i contenuti digitali. Oltre il 60% degli accordi di licenza presentati da titolari di diritti è limitato al territorio di un unico Stato membro. Quasi il 60% dei fornitori di contenuto digitale che hanno partecipato all'indagine ha convenuto contrattualmente con i titolari dei diritti di applicare il geoblocco. Se è il risultato di accordi tra fornitori e distributori, il geoblocco può limitare la concorrenza nel mercato unico in violazione delle norme antitrust dell'UE. Per adottare provvedimenti in ambito di concorrenza nei confronti del geoblocco, occorre effettuare una valutazione caso per caso, che comprenda anche un’analisi delle possibili giustificazioni delle restrizioni individuate. La Commissione europea prevede di pubblicare la relazione finale nel primo trimestre del 2017. Altri dati li trovi al sito ec.europa.eu/competition/antitrust/sector_inquiries_e_commerce.html

 

Domanda: la figura dell'amministratore condominiale esiste anche negli altri Stati Europei e se si con lo stesso potere di rappresentanza legale di tante persone amministrate come in Italia? Claudia Zanni

Risposta: sì la figura dell’amministratore condominiale esiste anche negli altri Stati europei, ma per lungo tempo è stata normata in modo diverso sia per l’accesso alla professione che per le sue mansioni. Secondo una ricerca del Consiglio europeo delle professioni immobiliari in media in Italia abbiamo un numero sovrabbondante di amministratori condominiali dovuto al fatto che nel nostro Paese non vi sono state per molti anni reali barriere di ingresso a tale lavoro. Ora si stanno unificando le procedure di accesso alla professione e anche le modalità di esercizio. Stando ad un’indagine dell’ANACI risulta che la Germania sia ad oggi il paese in cui un amministratore condominiale guadagni di più. Per quanto concerne il potere di rappresentanza legale in Italia l'amministratore è legittimato ad agire in tutti i gradi di giudizio (art. 1130 e art. 1131 c.c.). La legittimazione dell'amministratore, quale rappresentante del condominio, non priva in ogni caso "i singoli partecipanti della facoltà di agire a difesa dei diritti, esclusivi o comuni, inerenti all'edificio condominiale”. Questo accade anche negli altri Stati europei.