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Sgozza il fratello e lo decapita, dall'alcol al folle gesto: cosa c'è dietro

di Matilde Peretto

Un residente di Pannarano, luogo in cui è avvenuto l'omicidio, su Affaritaliani.it: "Non c'era astio tra i due, ma l'assassino aveva problemi con l'alcol"

"Aveva problemi con l'alcol, ma tra i fratelli non c'era astio". Parla un residente di Pannarano (Benevento), paese in cui un uomo ha sgozzato il fratello e ha gettato la testa in strada

Si chiama Benito Miarelli l'uomo di 59 anni che a Pannarano, in provincia di Benevento, ha ucciso, decapitato e gettato in mezzo alla strada la testa del fratello Annibale, di 6 anni più grande. È successo nella sera di ieri, mercoledì 3 luglio, ed è stato lo stesso assassino a chiamare i carabinieri. L'uomo ha confessato ed è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato, per poi essere trasferito nel carcere di Benevento. Secondo un residente del paese campano, intervistato da Affaritaliani.it, Benito era sempre stato solo e aveva una dipendenza dagli alcolici. Non solo, l'uomo era seguito dai servizi sociali del Comune di Pannarano perché era stato più volte protagonista di violenza nei confronti di altre persone. "Non c'era astio tra i due, l'unico motivo che posso trovare" di questo folle gesto, "è l'alcol. Quella sera Benito non era in sé", ha raccontato sempre il residente di Pannarano. Ha poi aggiunto che alcune volte il fratello Annibale lo richiamava, ma in modo bonario e tranquillo. 

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Benito, l'assassino del fratello, viveva da anni in paese, nella casa dei genitori. Il fratello, che aveva sempre vissuto a Roma dove lavorava come operaio, lo aveva raggiunto quest'anno in seguito a un pesante  lutto. "Cercava un po' di pace dopo la perdita della moglie", racconta il residente del paese ad Affaritaliani.it. Anni prima aveva perso anche un figlio. "Li vedevo tutti i giorni e tutti qui in paese siamo scossi, siamo una comunità piccola in cui ci conosciamo tutti". L'uomo che ha rilasciato queste dichiarazioni li ha visti anche nella sera dell'omicidio, quando è sceso in strada per capire cosa stava accadendo. 

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"Quella sera sono sceso dopo essere stato chiamato dal dirimpettaio e ho visto Benito che era andato fuori e stava in mezzo alla strada con la testa del fratello in mano". Su questo punto non è chiaro se l'assassino si sia barricato in casa dopo aver commesso il delitto o se si trovasse in mezzo alla via quando sono arrivate le forze dell'ordine. Stando al racconto dei testimoni, dopo aver tagliato la testa di Annibale e averla gettata dal balcone, Benito sarebbe sceso al pian terreno per posizionare la testa su un muretto, in attesa dell'arrivo dei carabinieri, che  lui stesso ha chiamato. 

Il residente racconta anche che "Benito è cresciuto solo, abitava per conto suo e faceva un po' quello che voleva. Non aveva né orari né limiti e aveva una vita un po' sregolata. L'arrivo del fratello era andato a distruggere un po' il suo equilibrio". Tanto da aggredirlo con un coltello, prima all'addome e poi al collo, infine, tagliandogli la testa e gettandola dal balcone. Sembra che la vittima sia stata uccisa mentre stava dormendo e che l'arma del delitto utilizzata sia un'ascia.

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Il sindaco di Pannarano, Antonio Iavarone, ha riferito che la situazione di Benito era conosciuta in paese: "Proprio ieri avevamo discusso con il presidente dell'Ambito sociale il caso era noto e se ne sono occupati. Ma quanto accaduto è stato così eclatante che nessuno poteva immaginare. Siamo tutti sconvolti". Una vicina di casa parla di litigi frequenti: "Li sentivamo spesso a volte Benito urlava cose senza senso, perché aveva bevuto. Ce l'aveva con i fascisti".