Berlusconi, l'uomo che portò il Milan in paradiso. Il "grazie" di un fedele tifoso - Affaritaliani.it

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Berlusconi, l'uomo che portò il Milan in paradiso. Il "grazie" di un fedele tifoso

Di Massimo Puricelli

"Presidente Berlusconi, un grazie infinito perché il Milan sarà sempre la mia, la nostra vita". L'addio di un fedele tifoso

E io, che già ero bullizzato per la mia corporatura gracile dovevo anche subire le angherie per la mia fede calcistica. Ma quella fede la difendevo con tutte le mie forze fisiche e dialettiche. "Difendevo" il mio Milan anche fisicamente, oltre che con le parole che esprimevano le mie speranze e i miei sogni. Niente e nessuno poteva scalfire la mia irriducibile fede. Ma il magone c'era, il magone per le numerose sconfitte era profondo, eccome, un nodo in gola da asfissia. Poche soddisfazioni, rari momenti di gioia.

Che so, i quarti di finale di coppa Italia durante il secondo anno in B con l'eliminazione contro il Verona di Bagnoli (una delle realtà più importanti di quegli anni tanto che due anni dopo vinse uno storico scudetto) in una notte di fine stagione con un San Siro pieno fin all'inverosimile, eliminati per la nostra poca esperienza, perchè ci tremavano le gambe e così dopo un incredibile 2-2 a Verona, un 3-3 a Milano con gol all'ultimo minuto per un'ingenuità difensiva, ma l'orgoglio di essere stati all'altezza di una squadra di alta classifica della massima serie, ci riempì di orgoglio.

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E poi due anni dopo la vittoria in un derby dopo oltre 6 anni e due retrocessioni con il gol di testa di Hateley "schiacciando", "subissando" Collovati. Sì proprio Fulvio Collavati che non voleva disputare il secondo campionato di B con il Milan, perchè era un nazionale e certi palcoscenici non erano consoni. Lui, "l'infame" che prese anche una sassata a Como l'anno della seconda retrocessione, imputato per lo scarso attaccamento alla maglia, per essersi accordato con i "cuginastri", vederlo soccombere con il gol della vittoria.

Una vittoria attesa, agognata, una liberazione dalle nostre disgrazie, dalla nostra mediocrità. Con l'immagine di "Attila" Hateley che capeggiava ovunque nei giorni successivi neanche fosse l'effige della Madonna di Lourdes, come se ci fosse stata una visione della Beata Vergine , come se fossimo stati oggetto di un miracolo. E di cosa altro potemmo esultare? Di poco. Una vittoria contro la Juve a San Siro (3-2) e una qualificazione in coppa Uefa eliminati dallo sconosciuto Waregem degli sconosciuti Mutombo, Desmet, Veit.