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Berlusconi, l'uomo che portò il Milan in paradiso. Il "grazie" di un fedele tifoso

"Presidente Berlusconi, un grazie infinito perché il Milan sarà sempre la mia, la nostra vita". L'addio di un fedele tifoso
Una cosa non mancava mai, l'orgoglio, l'attaccamento ai nostri colori, ai nostri giocatori che avevano dimostrato senso di appartenenza, fedeltà e riconoscimento per l'affetto che dimostravamo ogni stagione con una presenza di pubblico tra i più numerosi della serie A. Affetto per alcuni dirigenti come Ramaccioni e il vicepresidente Gianni Nardi vero "proprietario" del Milan, quello che cacciava il grano per mandare avanti la baracca e copriva le promesse e le bufale del presidente Farina Giussi poi soprannominato Rovina per lo sfacelo finanziario che creò.
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E sì perchè tra i molti sorrisi e le varie battute del tenutario agreste veneto (famose le sue fattorie di cui si vantava e che sostenne di averle perse per il "bene del Milan") si creò un buco di bilancio da paura tanto che arrivammo senza nemmeno accorgerci ad un passo dal fallimento. Poi quando tutto sembrava precipitare, quando la situazione era talmente grave che le due retrocessioni a confronto era bazzecole, quando esisteva il vero pericolo di scomparire (non c'erano i fallimenti col "paracadute", il salvataggio del titolo sportivo), quando mi accorsi che "la mia vita" sarebbe svanita in un aula di tribunale, ecco comparire Berlusconi, sì, sì, il re della Tv Privata , l'esempio dell'imprenditoria della "Milano da bere", quello che i soldi li aveva veramente, quello che faceva seguire i fatti alle promesse, ai progetti, alle idee rivoluzionarie.
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"In tre anni porterò il Milan in cima all'Europa, sarà la squadra più forte del continente. Non solo dobbiamo vincere, ma lo faremo facendo divertire il pubblico". Così si presentò ai tifosi. Lascio immaginare cosa scatenò in noi milanisti di vecchia data, che avevamo mangiato pane duro per anni che potevamo solo aspirare ad una misera qualificazione in coppa Uefa. Ma lascio immaginare cosa scatenò nei tifosi avversari, nei giornalisti di "alta scuola". Bufale, fandonie, solo promesse, solo fumo, dicevano con tanta e sprezzante ironia.
Quando ci fu la presentazione della squadra all'Arena di Milano all'inizio della prima stagione da presidente ecco arrivare i giocatori e lo staff tecnico con gli elicotteri sulle notte delle Valchirie di Wagner. "Con quegli elicotteri scapperanno più in fretta dopo le sconfitte e i fallimenti delle loro americanate", così ci bollò un famoso portiere di una famosa squadra vincente (e anche l...., beh lo sanno tutti, evito di usare quell'aggettivo).