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Pay tv tra calcio-serie e pirateria. "1,7 mld di fatturato perso in Italia"

Di Giordano Brega

La pirateria audiovisiva? E' costata 10.000 posti di lavoro nel 2021. E le IPTV illecite... Intervista a Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV

Pay tv tra calcio-serie e danni dalla pirateria: quasi 320 milioni di euro di mancati introiti fiscali per lo Stato

Quanti soldi potrebbero essere "recuperati" dallo Stato senza la pirateria illegale? "La stima del fatturato perso da tutti i settori economici italiani, a causa della pirateria audiovisiva, arriva a 1,7 miliardi di euro, che implicano una perdita di PIL di circa 716 milioni di euro e quasi 320 milioni di euro di mancati introiti fiscali per lo Stato". Lo spiega ad Affaritaliani.it Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie e dei Contenuti Multimediali e Audiovisivi. Quali misure vi aspettate per riuscire a dare una svolta nella lotta contro la pirateria? "La parola chiave è tempestività. L’intervento di blocco dello streaming illegale entro i primi 30 minuti dalla sua presenza in rete è essenziale per un’azione efficace nel contrasto alla pirateria". Quanti posti di lavoro in più si potrebbero generare se la pirateria venisse contrastata in modo più efficace? "Le stime dell’ultima ricerca condotta da Ipsos per FAPAV parlano di quasi 10.000 posti di lavoro persi nel 2021 a causa della pirateria audiovisiva". E attenzione al fenomeno delle IPTV illecite: "E' raddoppiato negli ultimi due anni. Se nel 2019 era il 10% della popolazione italiana adulta ad aver fruito almeno una volta di questa modalità di pirateria, nel 2021 siamo arrivati al 23%".

Pirateria e pay tv, l'intervista al presidente Fapav Federico Bagnoli Rossi

Pirateria e pay tv, quanto incide questo fenomeno in Italia rispetto agli altri grandi Paesi d'Europa come Francia, Inghilterra, Germania o Spagna: o meglio, negli altri Paesi viene contrastato in maniera più o meno efficace rispetto a noi? C'è qualche lezione che dovremmo imparare guardando fuori dai nostri confini?

L’incidenza in Italia della pirateria audiovisiva, in riferimento a film, serie, fiction, programmi televisivi e sportivi live, è arrivata al 43% nel 2021. È sempre difficile fare un confronto con gli altri paesi ma basandoci sull’ultimo rapporto EUIPO a disposizione, “Violazione del diritto d’autore online nell’Unione europea, 2017-2020”, nel 2020, l’utente tipo di internet ha fruito di contenuti che violano il diritto d’autore 5,9 volte al mese. La frequenza di consultazione degli utenti lettoni di tali siti è stata due volte maggiore, quasi 14 volte al mese, mentre gli utenti polacchi hanno effettuato l’accesso meno di 4 volte al mese.

L’Italia è leggermente al di sotto della media dell’UE, con una frequenza di accesso a contenuti piratati pari a 5,5 volte al mese. Anche se questi dati potrebbero essere percepiti come non significativi rispetto agli altri paesi europei, si tratta comunque di un fenomeno allarmante perché in crescita. In particolare, il dato sul fenomeno delle IPTV illecite è raddoppiato negli ultimi due anni. Se nel 2019 era il 10% della popolazione italiana adulta ad aver fruito almeno una volta di questa modalità di pirateria, nel 2021 siamo arrivati al 23%. Per quanto riguarda le attività di contrasto viene spesso citato il modello inglese di blocco dei siti illeciti che diffondono in particolare le partite della Premier League. Nello specifico gli Internet Service Provider sono obbligati a bloccare i server che ospitano gli streaming illegali non appena ricevono una notifica direttamente dai titolari dei diritti. Questa è una misura ritenuta particolarmente efficace in virtù della sua tempestività di azione.

Federico Bagnoli FapavFederico Bagnoli, presidente Fapav
 

Cosa si sta facendo in concreto in questo momento nella lotta alla pirateria?

In Europa sono state approvate nel recente passato almeno due Direttive che toccano i nostri temi, la cosiddetta Direttiva Copyright e la Direttiva sui servizi media audiovisivi, entrambe già implementate nell’ordinamento italiano. A luglio scorso, poi, il Parlamento Europeo ha approvato il Regolamento sui servizi digitali (DSA) che diventerà a breve operativo in tutti gli Stati membri. L’Italia si sta mostrando già da anni capofila in Europa nell’ambito del contrasto alla pirateria. Il prossimo anno si festeggerà infatti il decennale del “Regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica”, emanato da AGCOM nel 2014. Alcuni Paesi lo hanno emulato perché si è rivelato uno strumento snello ad efficace, oltre che duttile. Infatti in questi anni l’Autorità ha apportato alcune modifiche che lo rendono sempre al passo con i tempi. Si è da poco conclusa la Consultazione pubblica avviata da AGCOM per implementare nel Regolamento nuove misure volte a velocizzare il processo di blocco dei siti illeciti nel caso di manifestazioni sportive in diretta o contenuti ad esse assimilabili. A livello legislativo è noto che, all’inizio della presente legislatura, sono state nuovamente presentate alla Camera due proposte di legge orientate al contrasto alla pirateria che sono già confluite in questi giorni in un testo unificato.

C'è grande attesa per una legge sul tema in Italia: quali misure vi aspettate per riuscire a dare una svolta nella lotta contro la pirateria?

La parola chiave è ancora una volta la tempestività. L’intervento di blocco dello streaming illegale entro i primi 30 minuti dalla sua presenza in rete è essenziale per un’azione efficace nel contrasto alla pirateria, in particolare per i contenuti sportivi live e per le prime visioni cinematografiche e audiovisive. Tale misura è presente nella proposta di legge che sta procedendo con un iter molto rapido e che è frutto anche di una collaborazione bipartisan. Si attende ora il completamento dell’iter con il parere delle Commissioni assegnatarie in sede consultiva. Lo step successivo è l’approdo in Aula, che dovrebbe avvenire intorno alla metà di marzo, visto che il Disegno di Legge è già incluso nel programma dei prossimi lavori d’Aula. Non possiamo che essere soddisfatti e auspicare che non ci siano intoppi sul suo cammino perché la pirateria corre veloce e dobbiamo ampliare il prima possibile il ventaglio degli strumenti a nostra disposizione alla luce delle evoluzioni del mercato negli ultimi anni.

Calcio telecamere serie A tvfoto Lapresse
 

Quanti posti di lavoro in più si potrebbero generare se la pirateria venisse contrastata in modo più efficace?

Le stime dell’ultima ricerca condotta da Ipsos per FAPAV parlano di quasi 10.000 posti di lavoro persi nel 2021 a causa della pirateria audiovisiva. Sono dati allarmanti che devono far riflettere perché i danni causati dal fenomeno illecito sono riscontrabili non solo a livello economico, con un danno potenziale per l’industria audiovisiva derivante dalla pirateria che ha quasi raggiunto il miliardo di euro (940 milioni di €), ma anche a livello sociale. Riteniamo, infatti, che la perdita di posti di lavori impatti soprattutto sulle nuove generazioni, mentre un più efficace contrasto avrebbe sicuramente una ricaduta positiva sull’intero settore.

E quanti soldi potrebbero essere "recuperati" dallo Stato senza la pirateria illegale?

La stima del fatturato perso da tutti i settori economici italiani, a causa della pirateria audiovisiva, arriva a 1,7 miliardi di euro, che implicano una perdita di PIL di circa 716 milioni di euro e quasi 320 milioni di euro di mancati introiti fiscali per lo Stato. Quindi, non solo danno per le nostre Industrie cinematografiche, audiovisive e sportive, ma anche un ulteriore danno che incide sull’indotto del nostro Paese.

Tra un anno scadrà l'attuale bando sui diritti tv della serie A (10 partite ogni turno a Dazn di cui 7 in esclusiva e 3 assieme a Sky nell'attuale format): nello scorso triennio vennero venduti attorno a quota 930 milioni, cifra minima che ci si attende di incassare anche per il periodo 2024/2027. In un Paese ideale, privo di pirateria, secondo lei quanto potrebbero valere i diritti tv del campionato italiano?

Il fenomeno della pirateria, come confermato dai dati FAPAV/Ipsos, impatta in modo rilevante sul sistema economico e industriale del nostro Paese: un prodotto cinematografico, audiovisivo così come un evento sportivo necessita di investimenti importanti e chi opera in questi settori deve tutelare una filiera composta anche da grandi professionisti. Il tema non è tanto immaginare uno scenario ideale, ma comprendere che la pirateria erode concretamente risorse che potrebbero essere investite in ricerca e sviluppo, puntando ad una sempre maggiore competitività delle nostre industrie e offrendo prodotti e servizi sempre più in linea con le richieste dei consumatori. L'auspicio, quindi, è che con tutti gli strumenti di contrasto oggi esistenti, in attesa dell'approvazione della nuova legge antipirateria, si riesca a ridurre l'accesso illecito a contenuti audiovisivi e sportivi consentendo così un ulteriore sviluppo nel lungo periodo. Le iniziative istituzionali messe in campo, il ruolo essenziale di AGCOM insieme alle proposte di legge in discussione alla Camera dei deputati e una collaborazione sempre più stretta tra i comparti del settore audiovisivo sono la dimostrazione che è possibile introdurre azioni capaci di contrastare il fenomeno, e di farlo in modo efficace e tempestivo.