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Champions League in chiaroscuro per le italiane, bene Inter e Milan ma soffre la Juve di Thiago Motta: analisi

di redazione

Il bilancio della due giorni di Inter, Milan, Juventus ed Atalanta che escono con risultati e stati d'animo differenti

Champions League in chiaroscuro per le italiane. Analisi 

La terza giornata della fase a gironi della «nuova» Champions League (la cui versione con la Classifica Unica continua a convincere poco) per le squadre italiane si chiude con un bilancio positivo, ma non troppo. È vero infatti che alla fine abbiamo portato a casa due successi, un pareggio ed una sola sconfitta ma ogni sfida, anche quelle vinte, hanno lasciato più di una perplessità in tifosi e commentatori

INTER

I nerazzurri sono ad oggi quelli in una posizione migliore con quei 7 punti capaci di portarla tra le prime 8 della graduatoria davanti a colossi come Real Madrid e Barcellona, tanto per fare due nomi. Ma il successo con lo Young Boys non è stato convincente al 100% e non solo perché arrivato grazie alla zampata di Thuram al 93', in pieno recupero, ma perché ancora una volta le seconde linee cui Simone Inzaghi si è affidato ad inizio partita hanno ancora una volta deluso. Soprattutto in attacco con Arnautovic più sprecone del solito con tanto di rigore fallito ad inizio ripresa.

Così l'allenatore nerazzurro ha dovuto ricorrere ai big della panchina, Lautaro, Thuram e Di Marco che hanno cambiato faccia alla squadra e alla partita.  Altra nota negativa l'infortunio a Carlos Augusto, che va ad aggiungersi a quello di Acerbi lasciando così l'Inter con problemi di organico in difesa nel bel mezzo di un periodo di sfide senza sosta nelle prossime tre settimane.

MILAN

Le note positive per la squadra di Fonseca non mancano, a partire dal risultato con il quale i rossoneri conquistano i primi tre punti dopo le due sconfitte iniziali. Altrettanto positivo l'atteggiamento della squadra che, nel pieno di una fase delicata e di polemiche a quanto pare più esterne che interne, ha dimostrato di essere compatta e soprattutto vicina al suo allenatore. Poi però restano alcuni problemi.

Non bisogna dimenticare che fino alla rete su calcio d'angolo un po' casuale di Pulisic i rossoneri avevano subìto il miglior approccio dei belgi per tre volte vicinissime al gol del vantaggio. Il gol dell'americano e la successiva espulsione di Onyedika che ha lasciato il Bruges in 10 dal 30' hanno messo in discesa la sfida. Ma soprattutto resta sempre più delicata e preoccupante il «Caso Leao». Il portoghese infatti è stato sostituito ancora una volta dopo una prestazione non esaltante (anche se onestamente bisogna dire che in attacco Morata ha fatto peggio...) ed è stato fischiato in maniera pesante da San Siro. I tifosi hanno così voluto mostrare a Leao il loro pollice verso di antica memoria. Difficile quindi ricucire un rapporto ormai compromesso...

JUVENTUS

La premessa è doverosa: i bianconeri sono scesi in campo senza Bremer, Gatti, Koopminers e Nico Gonzales, 4 titolarissimi, anzi, l'asse portante della difesa e del centrocampo. Giocatori difficili da sostituire... Detto questo la squadra ha mostrato i soliti problemi offensivi con buona pace di chi si aspettava da Thiago Motta soprattutto un passo avanti deciso dal punto di vista del gioco e dello spettacolo rispetto all'era Allegri.

C'è poi il caso Vlahovic, sostituito ancora una volta dopo l'ennesima prestazione non esaltante e che non ha mancato di far vedere la sua rabbia. L'attaccante serbo non è sereno, il pubblico comincia a «beccarlo» ricordando anche il suo ricco contratto (a «salire» anno dopo anno, ed oggi ad oltre 11 milioni netti a stagione. Il calciatore più ricco della Serie A) e la luce fuori dal tunnel ancora non si vede.

ATALANTA

Anche i bergamaschi escono delusi dal mercoledì di coppa, non per la prestazione però, quanto per il risultato. I ragazzi di Gasperini hanno per così dire «bombardato» la porta del Celtic con il povero Pasalic che non avrà dormito ripensando a tutte le occasioni da gol avute. L'Atalanta comunque ha dimostrato una volta di più di avere un ritmo ed un'intensità da vera squadra europea, al contrario delle altre formazioni italiane.

 

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