Claudio Ranieri, dal trionfo col Leicester a quei retroscena sulla Juventus...
'Se vuoi provarci fallo fino in fondo', il libro di Malcom Pagani su Claudio Ranieri racconta storia e retroscena del tecnico romano
Claudio Ranieri riparte per una nuova stagione: dopo il trionfo in Premier League con il suo Leicester da combattimento, il tecnico romano sa bene che non sarà facile ripetersi contro colossi come Chelsea, Manchester City e United: Conte, Guardiola e Mourinho sono stati ingaggiati proprio per riportare i top club in lizza per il titolo. L'ex allenatore di Inter, Juve e Roma però è pronto per una nuova sfida.
Intanto è uscito un libro di Malcolm Pagani (edito da Rizzoli) che racconta la storia di Ranieri.
ECCO LA PRESENTAZIONE
Dai campetti di Testaccio all’impresa più incredibile della storia del calcio, l’avventura dell’allenatore che ha portato al trionfo il Leicester racconta che non si vince mai per caso. I ricordi di Claudio Ranieri e le voci di chi l’ha conosciuto bene, da Gianfranco Zola a Massimo Moratti, compongono un’immagine inedita, rivelandoci per la prima volta chi è il nuovo eroe italiano. Di lui si diceva che fosse “fantastico a costruire le squadre con cui poi altri vincevano”; per lui Mourinho aveva coniato l’espressione tormentone “zero tituli”; il massimo a cui poteva aspirare era l’epiteto di “allenatore-zio”.
Il nuovo eroe italiano d’oltremanica sembra una promessa di riscatto per tutti gli eterni secondi. Ma chi è davvero Claudio Ranieri? È uno che nella sua carriera ha vinto e perso, come tutti, anzi lui ha più vinto che perso, ma finora pochi sembravano essersene accorti, forse perché gli mancava nel palmares lo scintillio dello scudetto o forse, come dicono i malevoli, perché in Italia si preferiscono gli allenatori tutti genio (presunto) e sregolatezza. Invece Claudio Ranieri è semplicemente un formidabile maestro di calcio. E ora che la favola del Leicester si è compiuta, ennesima variante del trionfo di Davide contro Golia, si può dire che forse un altro calcio è possibile. Anzi, come hanno scritto i giornali inglesi, che “Leicester è il calcio come dovrebbe essere sempre”. Malcom Pagani, che ha seguito Claudio Ranieri negli anni della sua lunga carriera, può raccontare questa storia fuori dallo stereotipo antico e dal mito recente, mostrandoci attraverso le sue parole e i racconti di chi negli anni lo ha conosciuto come “solo chi capisce poco di calcio può celebrare questa vittoria come l’improvviso miracolo capitato a un allenatore normale o giù di lì”.
ECCO UN ESTRATTO DEL LIBRO
(Dal capitolo sulla sua parentesi alla Juventus, "Ricostruzioni torinesi")
(..)
Era una Juve che arrivò terza, segnando settantadue
gol. Era una Juve in cui Claudio Ranieri, con Cristiano
Zanetti e non con Pogba, dava l’assalto al cielo. Era una
Juve che divertiva e che tornava in Champions League
dopo aver penato con l’Albinoleffe. Era una Juve che
non poteva ancora competere per lo scudetto, ma a chi
lo scudetto lo voleva vincere sapeva dare moltissimo fastidio.
Una Juve operaia e concentrata.
Nel secondo anno, Ranieri superò se stesso, correndo
per il secondo posto e firmando un sontuoso cammino
in Champions League, eppure lo fecero lavorare solo in
parte. Rapporti tumultuosi con qualche giocatore (Trezeguet,
Camoranesi) e soprattutto con «il signorino»
francese, l’amministratore delegato della società JeanClaude
Blanc. Succedevano cose non esattamente corrette
a quei tempi. Quando arrivavano i Christian Poulsen,
che non eccitavano l’immaginario, e i tifosi protestavano,
una vocina faceva filtrare bugie affilate come
verità. Bugie verosimili, e per questo ancora più maligne:
«Poulsen è arrivato perché Ranieri lo ha preferito
a Xabi Alonso». Erano falsità o, come ebbe a dire un
giorno Ranieri, «balle totali. Xabi è stato sempre uno
dei miei calciatori preferiti. Ma io sono un dipendente.
E non vado a lamentarmi in giro. Certe cose rimangono
tra me e la società. Non demolisco la credibilità di chi
mi dà un lavoro a colpi di interviste o dissociazioni a
mezzo stampa. Non l’ho mai fatto».
Lo fece Blanc, e Claudio, che se si sente preso in giro
diventa un altro, non gliel’ha mai perdonato. Non ci fu
tatto nel congedarsi da Ranieri, esonerato il 18 maggio
2009 a due giornate dalla fine, dopo un pareggio con
l’Atalanta, come nella storia della Juventus era accaduto
solo a Luis Carniglia, esattamente quarant’anni prima.
Blanc, il 5 maggio, aveva assicurato il contrario: «Ferrara
traghettatore se perdiamo contro il Milan? Non è
vero, certe voci non mi piacciono». Era vero e Ranieri
non lo meritava. Ancora una volta, dopo aver seminato
per gli altri, Ranieri è costretto a salutare. Avrebbe potuto
iniziare un ciclo vincente, quello che poi altri festeggeranno
a Torino. Claudio ancora non lo sa, ma sta
per tornare al punto di partenza.