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Coronavirus, Juventus-Inter e serie A a porte chiuse. Marotta: "Bisogna farlo"
Coronavirus: Juventus-Inter Milan-Genoa e le partite di serie A a porte chiuse
Coronavirus, Juventus-Inter e serie A a porte chiuse. Marotta: "Bisogna farlo"
"Bisogna farlo, vista la situazione. Le porte chiuse sono l'unico strumento per portare avanti il campionato. Si è ritrovata unità di intenti all'interno della Lega per la regolarità del campionato" ha detto Giuseppe Marotta. L'ad dell'Inter ha scherzato: "Juventus-Inter domenica sera. O magari lunedì...".
Coronavirus, Juventus-Inter e Milan-Genoa a porte chiuse domenica
Juventus-Inter domenica 8 marzo in posticipo alle 20,45, visto che lunedì di sicuro non cadrebbero le limitazioni delle porte chiuse. Milan-Genoa sempre domenica alle 12.30. Tra sabato e domenica si recupereranno tutti gli incontri rinviati la scorsa settimana: Sampdoria-Verona, Udinese-Fiorentina, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia, gli altri match in programma. Ferme le squadre scese in campo nell'ultimo week-end: Lecce, Atalanta, Cagliari, Roma, Bologna, Lazio, Napoli e Torino. Dibattito aperto sulla giornata successiva che dovrebbe essere: Genoa-Parma, Torino-Udinese, Atalanta-Lazio, Spal-Cagliari, Lecce-Milan, Fiorentina-Brescia, Inter-Sassuolo, Verona-Napoli, Bologna-Juve e Roma-Sampdoria. Alcuni dirigenti chiedono lo slittamento al week-end successivo, slittando ogni giornata di Serie A e aggiungendo un turno infrasettimanale il 13 maggio. Altri dirigenti vorrebbero il calendario così com'è a partire dal week-end del 15 marzo, spostando la prossima giornata (27°) al 13 maggio. La prima tesi è la più probabile.
Codacons: 'Gare a porte chiuse? Vanno rimborsati biglietti e abbonamenti"
Il Codacons lancia un monito alle società sportive: tutti i biglietti e gli abbonamenti allo stadio andranno rimborsati ai tifosi, o ci sarà una class action a tutela dei diritti degli utenti. “E’ evidente che, in caso di limitazioni al pubblico per gli incontri calcistici, chi ha in mano biglietti e abbonamenti ha diritto al rimborso, al pari di quanto sta avvenendo per biglietti aerei e pacchetti vacanza non usufruiti a casa del coronavirus – spiega il presidente Carlo Rienzi – In particolare le società dovranno restituire agli utenti la parte di abbonamento allo stadio non goduta, proporzionale al numero di partite disputate a porte chiuse, e rimborsare integralmente i singoli biglietti, considerato che a fronte di un pagamento da parte dei consumatori non sarà resa la controprestazione oggetto del contratto”. “Se le società calcistiche rifiuteranno di disporre rimborsi in favore dei tifosi, scatterà nei loro confronti una maxi-class action promossa dal Codacons per conto di migliaia di utenti danneggiati nei loro diritti fondamentali”, conclude Rienzi.
NAPOLI-INTER DI COPPA ITALIA RINVIATA
Rinviata a data da destinarsi anche l'altra semifinale di ritorno di Coppa Italia fra Napoli e Inter, in programma inizialmente domani sera al San Paolo. Lo ha deciso il prefetto di Napoli, Marco Valentini, alla luce dell'evoluzione dell'allarme coronavirus. Martedì era stata rinviata Juventus-Milan che si sarebbe dovuta giocare stasera all'Allianz Stadium di Torino. "Il Prefetto di Napoli, Marco Valentini, in seguito all'esame della questione nella riunione odierna del Comitato Provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha disposto, ai sensi dell'art. 2 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, il rinvio dell'incontro di calcio Napoli-Inter valevole per la Coppa Italia 2019/2020, programmato per domani 5 marzo alle ore 20.45 presso lo stadio San Paolo".
CORONAVIRUS: MALAGO', 'CALCIO SI ADEGUI A REALTA''
"Il calcio si deve adeguare a quella che è la realtà sotto gli occhi del paese, non può andare avanti da solo. Si deve navigare il più possibile a vista cercando di fare una programmazione''. Così il presidente del Coni Giovanni Malagò a Tgcom24 sullo sconvolgimento dei calendario legato all'emergenza coronavirus. "Su questo tema ho già espresso un'opinione. Il calcio non può pensare di giocare una partita per conto suo, ci si deve adeguare a quelle che sono delle realtà oggettive del Paese e si deve navigare il più possibile a vista e al tempo stesso cercando di fare una programmazione che se non si può fare col pubblico, non se in alcune zone d'Italia o ovunque, lo preveda. Questa è la realtà. Io non ho titolo per parlare del calcio, penso di averlo sullo sport, non posso fare un discorso per una sola disciplina anche se è la più importante e la più ricca, e non considerare gli altri sport", ha aggiunto Malagò.