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Ibrahimovic addio al calcio: 25 anni di Ibracadabra. Capello mister della svolta, gli scudetti e due maledizioni

di redazione sport

Ibrahimovic lascia il calcio: addio dopo Milan-Verona. Dall'Ajax a Inter e Juventus, il Barcellona di Guardiola e... 25 anni di super Zlatan

Ibrahimovic torna al Milan: Zlatan conduce il Diavolo allo Scudetto

A 38 anni Ibrahimovic torna in Italia al Milan. I rossoneri in autunno hanno esonerato Giampaolo, a fine dicembre perdono 5-0 contro l'Atalanta di Gasperini e anche solo l'idea di qualificarsi in Europa sembra una chimera. L'esordio arriva pochissimi giorni dopo il rientro in Italia,  il 6 gennaio 2020 nel pareggio per 0-0 in casa contro la Sampdoria: quando si alza dalla panchina nel secondo tempo San Siro esplode di gioia. Una settimana dopo sarà già decisivo nella vittoria dei rossoneri a Cagliari. Ibra condurrà una squadra talentuosa (Leao e Theo Hernandez sono arrivati l'estate precedente), ma ancora giovane e inesperta a una grande rimonta in campionato - con un girone di ritorno a ritmi scudetto - sino alla qualificazione ai preliminari di Europa League. La stagione successiva uno Zlatan immenso, leader tecnico in campo e capace come sempre di grandi magie, porta un Milan sempre più in crescita al secondo posto in serie a (e sino a febbraio è in lotta per il titolo) con qualificazione in Champions. Il resto è storia recente, lo scudetto dello scorso anno: lui autore di un super girone d'andata, poi nel ritorno con un crociato che scricchiola riesce a dare ancora il suo contributo stringendo i denti (fondamentale l'assist al 91° per Tonali nel 2-1 sul campo della Lazio che avvicina il Milan al titolo).

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"Ho mantenuto la mia promessa, ho promesso a tutti che avremmo vinto. Qualcuno non ci credeva e qualcuno rideva, oggi siamo campioni d'Italia. È una soddisfazione incredibile. Quando lavori e ti succede non esiste emozione più grande - le sue parole a Milan Tv dopo il trionfo rossonero - Ho fatto credere al mister che avremmo vinto e poi l'ho passato alla squadra. Sono stati tutti disponibili, sono i risultati frutto del sacrificio e del lavoro e della sofferenza. Con queste cose tutto è possibile".  Poi la dedica al suo agente, Mino Raiola, scomparso poche settimane prima: "Dedico questo scudetto a Raiola che purtroppo non c'è più - le parole di Ibrahimovic - E' il primo trofeo che vinco senza di lui. Lui mi ha detto di tornare al Milan ed aiutare il club a tornare al top. Lo dedico a lui"

Quindi l'intervento chirurgico, il rientro nell'inverno 2022 con qualche apparizione e il saluto magico nella notte di San Siro quando dice 'Ciao al calcio'. E il pubblico del Meazza applaude commosso e con le lacrime sul viso.

Ibrahimovic e la maledizione Champions-Pallone d'Oro

Si chiude una carriera incredibile con titoli nazionali vinti ovunque, giocate da fenomeno e un carisma che è andato al di là del campo di gioco (Ibra protagonista anche a Sanremo 2021 al fianco di Amadeus e Fiorello, a Striscia la Notizia o nel film di Asterix per fare qualche esempio). Due sole maledizioni: la vittoria della Champions League e il Pallone d'Oro, trofeo che Zlatan avrebbe stra-meritato per quello che ha regalato al mondo del calcio in termini di classe unica. "Non so perché non mi hanno mai dato il Pallone d'oro, io penso a giocare. Dipende come si guardano le cose. Messi ha vinto il Pallone d'oro, ma dicono che l'avrebbe meritato Lewandowski. Non ho vinto neanche la Champions, dicono che non la vincerò mai, ma questo non cambia la mia carriera. Non cambia neanche le mie qualità, anche perché qualcosa ho vinto...", le sue parole in passato sul tema.