Sport

Il comunismo applicato al calcio: Fair play finanziario rovina del pallone

Di Giuseppe Vatinno

Dietro l’apparente etica si nasconde una visione del mondo del calcio e della competizione “politically correct” che vorrebbe azzerare le differenze dei club

Questo il calcio cantato da Umberto Saba e da Pierpaolo Pasolini. Il calcio eroico e polveroso, trasposizione dell’eterna pugna tra il cavaliere e il drago, tra Davide e Golia. Ma se tutte le squadre fossero uguali, come vorrebbero i signori dell’UEFA, che si giocherebbe a fare? Ci sarebbero una serie infinita di pareggi con conseguente noia infinita dei tifosi.

Ma il calcio è proprio passione, coraggio e sfida. Voler omologare tutto e tutti per decreto, non solo sta producendo i noti danni ma uccide proprio il vero “spirito del calcio” ed anzi dello sport che è competizione.

Nell’atletica sarebbe l’equivalente di voler zavorrare sui 100 metri- corsa simbolo della sfida umana alla natura e ai limiti- l’atleta migliore. Restituiteci quindi il calcio vero e la possibilità di una vittoria inaspettata e smettetela con il politically correct pure nel calcio.