Sport

Insigne-Toronto, pioggia d'oro per l'azzurro ma c'è il monito di Giovinco

L'attaccante ha ricevuto un'offerta dalla franchigia canadese da 7 milioni di euro per giocare in MLS

Insigne-Toronto, Giovinco mette in guarda l'attuale capitano del Napoli sul trasferimento negli USA: "Rischia la Nazionale e i soldi poi potrebbero non essere quelli promessi"

Le strade di Lorenzo Insigne e del Napoli sembrano sempre più lontane. Il capitano dei partenopei sembra essersi convinto a non rinnovare con il club, fermo a 3,5 milioni per il prolungamento contro i 5 milioni richiesti dall'attaccante. Le voci di mercato ormai si rincorrono da diversi mesi. Prima sembrava che Insigne fosse vicinissimo alla Juventus, alla ricerca di nuova linfa per il reparto offensivo, ma in questi giorni sarebbe arrivata dal Canada un'offerta del Toronto FC da 7 milioni di euro a stagione. Tra i club interessati al giocatore ci sarebbero anche Inter, Roma e Tottenham.

La possibilità per Insigne di giocare in MLS si fa molto concreta ma c'è chi vuole metterlo in guardia dal trasferirsi negli USA. Sebastian Giovinco, che ha giocato nella stessa franchigia dal 2015 al 2019, ha messo in chiaro i pro e contro di una scelta di carriera di questo tipo. 

Insigne-Toronto, il monito di Giovinco: "Sparirà dai radar. Soldi? Tante promesse non mantenute"

"Mi sembra strano che il capitano del Napoli molli una squadra in lotta per lo scudetto così, su due piedi. Personalmente io mi sono trovato bene a livello umano e ho trovato una città in cui la vita è facile. - ha dichiarato Giovinco al Corriere dello Sport - A livello professionale devi mettere in conto di sparire dai radar. Ho perso la Nazionale, ho perso visibilità. Se è disposti a rinunciare a queste cose, si tratta di un'esperienza che consiglio a tutti. I soldi? Quando sono arrivato io nel 2015 mi erano stati promessi mari e montagne che in realtà non c'erano. Ma non voglio scendere nei dettagli, non rimpiango la mia scelta. Però il calcio non è visto come uno degli sport principali, questione di cultura. Quando c'eravamo io, Gerrard, David Villa, Kakà era un bel campionato con gente di nome. In seguito il livello e l'interesse sono scesi".