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Inter-Tottenham, pazza rimonta nerazzurra: ritorno batticuore in Champions
Icardi e Vecino fanno impazzire un San Siro vestito a festa per il ritorno dell'Inter in Champions League dopo oltre 6 anni. Tottenham steso 2-1. Le pagelle
Ci sono secondi che cambiano una partita, ci sono minuti che cambiano una stagione. Al minuto 85 di Inter-Tottenham i nerazzurri e i loro tifosi erano già in pieno psicodramma. Inizio di campionato terribile, sotto nell'esordio tanto atteso in Champions League nonostante una partita di tanta sostanza e tanto cuore. Le mosse di Luciano Spalletti che avevano destato più di un malumore in tribuna. Insomma, sembrava già quasi tutto da buttare. Quasi, appunto. Perché in 6 minuti, dall'86' al 92' la partita è cambiata, la Champions League è cambiata, la stagione è cambiata. L' Inter non ha battuto solo il Tottenham a San Siro, ma ha battuto anche un pessimismo atavico che era tornato ad affacciarsi con prepotenza dopo le inattese difficoltà delle prime settimane di gare. E ora si può provare a far cominciare un'altra storia.
LA PARTITA
Spalletti deve fare a mano di D'Ambrosio, assenza che si aggiunge a uella di Vrsaljiko. Complice anche l'esclusione di Dalbert dalla lista Uefa, il tecnico si ritrova con il solo Asamoah come terzino ma decide di non riproporre la difesa a tre già ammirata, si fa per dire, contro il Torino. Skriniar scivola basso a destra con Miranda che va a formare la coppia centrale con De Vrij. Politano torna titolare nel trio alle spalle di Icardi. Nel Tottenham mancano Lloris e Alli, assenze per motivi fisici alle quali si aggiungono le misteriose esclusioni tecniche di Alderweireld e soprattutto Trippier. In difesa ecco allora Aurier a destra e Sanchez in coppia con Vertonghen, mentre alle spalle di Kane agiscono Lamela e Kane, con Lucas Moura inizialmente in panchina. Lo stadio, e per l'Inter non è una novità, è quello delle grandi occasioni. L'impatto dell'Inter con il match è molto positivo. Pressing alto, buon temperamento e nessun timore reverenziale. Gli inglesi invece restano abbottonati e sbagliano molto in fase di disimpegno. I nerazzurri sembrano sempre poter far male, ma la sensazione si ferma alla galassia del "potenziale", perché manca sempre qualcosa quando i palloni si avvicinano all'area. In particolare manca la verve dei tre maggiori solisti: Nainggolan ringhia quando la palla passa nelle sue vicinanze ma si muove ancora poco, troppo poco, per andarla a cercare. Icardi è statico, quasi come se volesse confermare le classiche e spesso ingiuste critiche che gli vengono mosse, e non fa almeno un paio di tagli che avrebbero potuto trasfermare quel "potenziale" in reale. Perisic gioca col freno a mano, probabilmente condizionato dai guai fisici dei giorni scorsi. E allora finisce che i più pericolosi sono gli inglesi, graziati dagli avversari sui numerosi errori nei movimenti di un'incerta linea difensiva. Linea difensiva che invece funziona bene nell'Inter. Skriniar comincia alla grande, poi perde sicurezza dopo un'ammonizione quantomeno dubbia. Gli Spurs si affacciano dalle parti di Handanovic con una punizione di Eriksen e con l'unica palla giocabile per Kane, che salta Handanovic ma poi si allunga troppo il pallone che termina sul fondo. L'Inter si ferma al "potenziale", nonostante la sensazione è che si potrebbe vincere con un attaccante mobile in grado di attaccare la linea alta degli inglesi, come per esempio Keita. Nella ripresa, come spesso sta accadendo, l'Inter abbassa i ritmi e viene punita alla prima azione: cinque nerazzurri sopra la linea del pallone, manovra confusa che termina con un destro di Eriksen che si impenna dopo una deviazione di Miranda. Torna l'incubo. Una testata di Perisic sembra l'unica reazione, con Handanovic che tiene in piedi il risultato con un paio di uscite basse sullo scatenato Lucas che mette in grande difficoltà Skriniar. L'Inter sembra alle corde, anche perché senza palla ormai non torna più nessuno. Ma qui sta l'errore del Tottenham. Gli inglesi si accontentano e invece di affondare il colpo vivacchiano fino all'86' quando Icardi, alla prima giocata azzeccata di una partita altrimenti imbarazzante, si inventa una volée da urlo da fuori area sul cross di Asamoah. Primo gol in Champions per il capitano nerazzurro e clima della partita che cambia improvvisamente. Si capisce subito che l'Inter vuole provare a vincerla e che il Tottenham ha paura. Il segnale decisivo è la sostituzione di Kane. Liberi tutti. Dopo due mischie furibonde in area, al 92' arriva la testata di Vecino, ancora lui dopo la rete alla Lazio che ha consentito di giocare questa partita, su torre di De Vrij. E' apoteosi. La stagione dell'Inter è cominciata.
LE PAGELLE
HANDANOVIC 6,5. Stavolta è un fattore positivo. Bene su Eriksen nel primo tempo ma soprattutto due volte su Lucas nella ripresa.
SKRINIAR 5,5. Inizia molto bene in un ruolo non suo, poi il giallo esagerato per una spallata a Son lo innervosisce. Nella ripresa saltato più volte da Lucas.
DE VRIJ 7,5. Il miglior acquisto del calciomercato estivo dell'Inter, in attesa di vedere Lautaro. Non concede praticamente nulla a Kane (voto 4) ed è decisivo anche davanti sulla torre per il 2-1 di Vecino.
MIRANDA 7. Rientrava dopo la brutta prestazione di Sassuolo e fa capire subito che lui di partite del genere ne ha viste, a differenza di tanti compagni. Sfortunato nella deviazione sul tiro di Eriksen (voto 6,5) ma per il resto nessuna sbavatura.
ASAMOAH 6,5. Anche lui ha esperienza da vendere. Controlla bene Lamela quando l'ex Roma si allarga dalla sua parte, si concede qualche scorribanda in avanti. Da una di queste nasce il gol del pari.
VECINO 7. Vero, fa una partita abbastanza anonima per 91 minuti. Vero, sbaglia un pallone semplice semplice per Politano in un contropiede 4 contro 3. Ma poi non può essere un caso se è ancora lui a infilare in porta un gol che può valere una stagione, così come aveva fatto 4 mesi fa all'Olimpico. Anche stavolta l'ha presa Vecino.
BROZOVIC 7,5. Partita di grande livello. Brozo torna Epic perché queste sono le sue partite: battaglia in mezzo al campo e spazio maggiore che allunga il tempo di giocata. Lui fa fatica quando ha pochi metri davanti. Vince tutti i contrasti nel primo tempo, quando è di gran lunga il più positivo, e ispira la rimonta con cose semplici ma efficaci.
POLITANO 5,5. Qualche buono spunto all'avvio, poi si spegne. Si sbatte molto, ma per ora gli manca un gradino per fare la differenze in gare come questa.
NAINGGOLAN 5. Come contro il Parma. Inizio appariscente con qualche pallone recuperato di forza, proseguo evanescente. Nel secondo tempo Radja non azzanna mai e non si muove senza palla. Una sua mancata uscita porta alla ripartenza dello 0-1.
PERISIC 5. Probabilmente condizionato dai problemi fisici dalla vigilia ma non riesce mai a sfondare su Aurier ed è molto meno generoso del solito in fase di ripiegamento. (CANDREVA 5,5. Spalletti lo mette a sinistra a piede invertito. Non sembra una grande idea. Un pochino meglio quanto torna a destra).
ICARDI 7. Una media tra il 3 dei primi 85 minuti e il 10 che merita per un gol straordinario sia dal punto di vista tecnico sia da quello del significato.
ALL. SPALLETTI 6. Azzeccata la decisione di restare con la difesa a 4 nonostante gli manchi un terzino di ruolo. Convince meno l'impostazione con i tre dietro Icardi, anche perché Nainggolan non è ancora in condizione e gli equilibri mancano. Tutto bene nei primi 60 finché le gambe dei due esterni reggono, poi si fa molta fatica e si concedono troppi spazi alle ripartenze avversarie. Mettere prima Candreva, e per giunta a piede invertito, rispetto a Keita lascia perplessi. Il senegalese, nonostante le brutte prove nelle gare precedenti, sembrava essere l'uomo giusto per attaccare coi tagli alle spalle la linea difensiva spesso troppo alta e confusionaria del Tottenham. Giusto inserire Borja Valero, all'esordio stagionale, negli ultimi minuti. E alla fine porta a casa una vittoria dal valore specifico immenso.