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Italia flop a Euro 2024, Abodi: "Resa incondizionata". Malagò: "Pensavo di essere su Scherzi a parte"
Andrea Abodi e Giovanni Malagò

Italia flop a Euro 2024, Euro 2024: Abodi, 'resa incondizionata, non solo sportiva anche morale'

"Ero a Berlino e quindi ho vissuto in presa diretta l’amarezza di una disfatta, di una resa incondizionata che non è stata solo sportiva ma anche morale. Non c’è stata reazione, non c’è stato un lampo, uno sguardo di quelli che nello sport si vedono soprattutto nei momenti difficili. Bisogna tirar fuori la forza morale che la maglia azzurra deve ispirare e che chi la indossa deve poter rappresentare. La partita ormai è chiusa, siamo tornati a casa, ma la cosa che mi ha sorpreso è la ricerca di responsabilità altrui. Penso che di fronte alla sconfitta il primo fattore che deve emergere sia l’autocritica e da qui ripartire. È troppo facile guardare le responsabilità degli altri". Così il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi intervenuto nel corso di 'Non Stop News' su Rtl. "Ancora una volta lo sport insegna ad assumersi le responsabilità direttamente e non a trasferirle -aggiunge Abodi-. I giocatori che vanno in campo lo sanno perfettamente, non posso immaginare che non abbiano avuto la capacità di riavvolgere il nastro, rivedere la partita e capire dove si è sbagliato. Tra l’altro non si tratta di errori singoli e tattici, la nazionale sembrava assente moralmente. Questo deve smuovere riflessioni, così che possa esserci un punto e a capo".

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Malagò: "Italia a Euro 2024? Pensavo di essere su Scherzi a parte"

"Davanti alla disfatta con la Svizzera ho pensato di essere in una puntata di 'Scherzi a parte'. Mi è capitato di assistere a sconfitte, ovvio. In sport individuali può succedere che il tennista o il nuotatore di turno proprio nel giorno della gara, a causa di un problema fisico o mentale, abbia una pessima prestazione. Ma in uno sport di squadra, con la possibilità di effettuare cinque sostituzioni su undici, la scena mi è sembrata inverosimile", spiega al Corriere della Sera il presidente del Coni Giovanni Malagò.

Spalletti "è stato onesto nell'ammettere di aver sbagliato e che il mestiere del selezionatore è diverso da quello dell'allenatore. Il Ct deve saper gestire un gruppo in base alle proprie idee tattiche. Il suo curriculum parla da solo ma è evidente che ha responsabilità".

Dimissioni? "Un attimo. Chi ora le invoca dimentica che lo scorso anno riteneva Spalletti il miglior tecnico a disposizione. Ma se ora Luciano dice di essere pronto a rimettersi in gioco per dimostrare di poter ottenere risultati migliori, chi dovrebbe prendere la decisione di sostituirlo? I vertici federali che sono i primi a essere messi in discussione?".

A Gravina ha detto che "non avrebbe potuto dilatare nel tempo questa situazione: l'aria si è fatta irrespirabile. Prima di questa tragedia nazionale, le elezioni federali si sarebbero dovute tenere fra febbraio e marzo del prossimo anno. Le ha convocate invece a novembre, alla prima data utile. Chi arriverà si prenderà le sue responsabilità e deciderà se accordare fiducia a Spalletti oppure fare altre valutazioni. Solo in questo sport esiste una legge non scritta. In caso di disfatta la responsabilità non è solo di chi va in campo ma anche dei dirigenti".

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