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Juventus, modello italiano di impresa vincente
Juventus, l'impresa con il Barcellona è figlia delle strategie economiche di Agnelli e Marotta
Juventus, modello italiano di impresa vincente
Gobbi o non gobbi alla Juventus bisogna levare il cappello. Non soltanto per il risultato meritato e tondo contro il Barcellona, considerata a ragione la squadra più forte al mondo, ma soprattutto per un altro risultato: quello di essere un modello eccellente di impresa, in questo caso calcistica, per tanta imprenditoria nostrana.
UNA STRATEGIA VINCENTE DEL TEAM DELLA JUVENTUS
Il successo sul campo deriva soprattutto dal successo imprenditoriale che ha disegnato una strategia vincente, pianificata anno dopo anno, in maniera scientifica.
Dietro questa strategia vi è un team guidato da Andrea Agnelli e composto da grandi professionisti nei loro rispettivi campi.
I nomi del CDA lo stanno a dimostrare. Come, per citarne solo alcuni, Giuseppe Marotta, da 40 anni esperto di calcio, Giulia Bongiorno, legale di primordine conosciuto a livello internazionale, Maurizio Arrivabene, manager di lungo corso esperto di marketing ed eventi e rappresentante in F1 per Ferrari, Caitlin Hughes, ricca di esperienza nel mondo dei media.
IL BILANCIO RISANATO E IN UTILE
Questo team ha portato avanti, dal 2104, un percorso virtuoso di risanamento dei bilanci : dal passivo del 2014 al fatturato record di 400 milioni della stagione 2015/2016 per arrivare alla semestrale 2017 che presenta un utile in crescita del 137% (ben 72 milioni di euro) con un fatturato raddoppiato.
Un risultato economico che ha portato il club nel ranking dei primi 10 più ricchi al mondo.
IL GIOIELLO DELLO STADIUM
Ciliegina sulla torta il J-Stadium gioiello costruito in soli due anni ( si accettano scommesse per il numero di anni necessari per lo stadio della Roma e per dove verranno allocati i debiti di costruzione), il primo impianto eco compatibile e senza barriere architettoniche. Considerato uno tra i più avanzati a livello mondiale.
GLI ALLENATORI DELLA JUVENTUS
Ultimo e non ultimo la scelta degli allenatori, da tre anni Massimo Allegri e prima di lui Antonio Conte, preparati, difesi nei momenti difficili , scelti non con lo 'stomaco del padrone' ma con la testa pensante di un team.
Questo alla fine solo per dire a tutti i tifosi, a tutti gli esperti di calcio, a tutti i proprietari che il calcio moderno non è più quello del simpatico 'Borgorosso Football Club' di Alberto Sordi, e nemmeno quello pensato da storici monumenti di una gloriosa imprenditoria che fu, ma è quello di imprese 4.0 delicate, difficili da amministrare dove i giocatori sono una componente importante ma un di cui di una strategia manageriale più complessa e sofisticata.
I risultati, arbitri si arbitri no, arrivano solo in questo modo.