Pensioni, diktat Bankitalia: sindacati furiosi RIFORMA PENSIONI NOTIZIE (CHOC) - Affaritaliani.it

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Pensioni, diktat Bankitalia: sindacati furiosi RIFORMA PENSIONI NOTIZIE (CHOC)

PENSIONI - Corte Conti e Bankitalia, non arretrare su pensioni

Pensioni, diktat Bankitalia: sindacati furiosi RIFORMA PENSIONI NOTIZIE (CHOC)

Pensioni, il diktat di Banca d'Italia: italiani fuori dal lavoro a 67 anni

Pensioni, diktat Bankitalia: sindacati furiosi RIFORMA PENSIONI NOTIZIE (CHOC) - QUOTA 67 NON SI TOCCA

Appare sempre più difficile l'eventualità che il governo possa mettere mano all'automatismo tra età pensionabile ed aspettative di vita, reso obbligatorio dalla riforma Fornero, che porterà nel 2019 l'accesso alla pensione a quota 67 e dal 2051 a quota 70. E i sindacati, in attesa di una risposta definitiva oltre che di una convocazione da parte del ministro del Lavoro Poletti, si preparano alla mobilitazione. 'Non staremo con le mani in mano', avevano più volte avvertito nel corso degli incontri con il governo.

Pensioni, diktat Bankitalia: sindacati furiosi RIFORMA PENSIONI NOTIZIE (CHOC) -  QUOTA 67, Cgil, Cisl e Uil: sindacati all'attacco

E una decisione arriverà a stretto giro di posta; il direttivo Cgil ha già affrontato la questione oggi, domani toccherà agli esecutivi di Cisl e di Uil, poi si tirerà una sintesi unitaria probabilmente entro la fine della settimana. Al 'sentiero stretto' tra ripresa economica e debito pubblico più volte delineato dal ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, infatti, fanno eco oggi anche Bankitalia e Corte dei Conti che mettono in guardia il governo dall'intervenire per modificare la riforma Fornero. "Le ultime proiezioni sulla spesa pensionistica mettono in evidenza l'importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro", ammonisce nel corso dell'audizione sulla nota di aggiornamento del Def, il vice direttore di Palazzo Koch, Luigi Federico Signorini. Se è vero, infatti, che "l'insieme delle riforme previdenziali realizzate in più di vent'anni hanno migliorato in modo sostanziale sia la sostenibilità sia l'equità intergenerazionale del sistema" è vero anche che le attuali prospettive demografiche e di crescita risultano meno favorevoli e profilano, come dice la Ragioneria dello Stato, "un aumento dell'incidenza della spesa" e di un "peggioramento degli indicatori di sostenibilità delle finanze pubbliche calcolati dalla Commissione europea", dice ancora Bankitalia.

Da Palazzo Koch, d'altra parte, il mantra è quello di sempre: "la credibilità dell'impegno ad assicurare finanze pubbliche in ordine è condizione necessaria affinché un graduale ritorno alla normalità delle condizioni monetarie e finanziarie nell'area dell'euro non implichi un aumento del differenziale tra costo del debito e crescita dell'economia, che a sua volta si tradurrebbe, come un circolo vizioso, in un peggioramento della dinamica del debito". Ugualmente tranchant la Corte dei Conti: ''Ogni arretramento rispetto ai parametri sottostanti al disegno di riforma completato con la legge Fornero esporrebbe la finanza pubblica a rischi di sostenibilità'', ha spiegato il presidente dei magistrati contabili Arturo Martucci di Scarfizzi. Ma i sindacati non ci stanno e chiamano alla responsabilità il governo visto che, come dicono ad una sola voce Cgil, Cisl e Uil, non compete né a Bankitalia né alla Corte dei Conti una scelta "politica e sociale". Perché di questo si tratta. "E' necessario trovare il coraggio politico di apportare alla riforma Fornero una radicale, seppur graduale, modifica, mettendo anche in conto la necessità di una redistribuzione degli oneri sociali da sostenere, per superare così la profonda iniquità che l'ha caratterizzata'', invoca il segretario confederale Cgil, Roberto Ghiselli, ricordando sia a Bankitalia che alla magistratura contabile come la legge Fornero non sia stata una riforma previdenziale "ma solo una operazione di cassa che ha scaricato sui lavoratori e sui pensionati l'onere principale del risanamento del Paese".

Serve dunque, come rivendica la Uil, "continuare a reintrodurre principi di equità e giustizia come si è incominciato a fare con l'ultima legge di bilancio". In Italia, dice ancora il segretario confederale Domenico Proietti, "si va in pensione a 66 anni e 7 mesi, mentre nel resto d'Europa la media e di 63 anni e paesi come la Germania raggiungeranno i 67 anni solo nel 2030", né esiste, aggiunge, "un problema di sostenibilità economica essendo la spesa per PENSIONI italiana all'11% rispetto al Pil, anche in questo caso, perfettamente in media con quella europea, anzi un punto meno della Francia e mezzo punto meno della Germania". Lo stop all'adeguamento automatico dell'età alle aspettative di vita sarebbe perciò, come sottolinea anche la Cisl, un atto di buon senso e di giustizia sociale. ''Non abbiamo chiesto al Governo di cambiare i caratteri strutturali della Riforma Fornero, ma di rivedere alcuni parametri come l'adeguamento automatico all'aspettativa di vita", ribadisce il segretario confederale Maurizio Petriccioli per il quale "non si capisce perché non si abbassi l'età pensionabile ogni qualvolta la speranza di vita si accorcia, come è accaduto in questi anni per effetto dell'aumento dei livelli di povertà nel nostro paese". Di questo il governo dovrebbe parlare "ridiscutendo questa materia al tavolo di confronto con il sindacato ma bloccando un ulteriore scorrimento in avanti dell'età pensionabile", conclude.

PENSIONI - Corte Conti e Bankitalia, non arretrare su pensioni

Non fare passi indietro sulle pensioni, delle modifiche potrebbero mettere a rischio i conti pubblici. E' il monito che arriva dalla Corte dei Conti e da Bankitalia che cosi' chiudono a ogni ipotesi di modifica delle regole previste dalla legge Fornero. L'invito e' dunque quello di confermare l'adeguamento automatico stabilito dalla Fornero. Alle nuove evidenze sulla spesa pensionistica non bisogna rispondere con "ulteriori restrizioni dei parametri sottostanti al disegno di riforma completato con la legge Fornero; si tratta invece di cogliere ancor meglio il senso della delicatezza del comparto e confermare i caratteri strutturali della riforma, a partire dai meccanismi di adeguamento automatico di alcuni parametri (come i requisiti anagrafici di accesso alla evoluzione della speranza di vita e la revisione dei coefficienti di trasformazione). Ogni arretramento su questo fronte, esporrebbe il comparto e quindi la finanza pubblica in generale a rischi di sostenibilita'", afferma il presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci, nel corso dell'audizione in Parlamento sulla nota di aggiornamento al Def. "Nello scenario europeo, che fara' da sfondo nel prossimo studio della Commissione europea sull'invecchiamento della popolazione (Ageing Report) - sottolinea - l'effetto del peggioramento delle stime sulla spesa per pensioni sul rapporto debito pubblico/Pil risulterebbe per l'Italia pari ad un rialzo di ben 30 punti nel 2040". Sulla stessa linea il vice direttore generale della Banca d'Italia, Luigi Federico Signorini: "Le ultime proiezioni sulla spesa pensionistica mettono in evidenza l'importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro", sottolinea nel corso dell'audizione.