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Mondiale femminile agli Usa, la nazionale anti Trump vince il mondiale
Mondiale femminile, il grosso litigio fraTrump e la calciatrice più forte degli Usa: "Non andrò in quella fottuta Casa Bianca se dovessero invitarci"
La nazionale femminile degli Stati Uniti si è aggiudicata il suo secondo titolo mondiale consecutivo battendo l’Olanda per 2-0. Un grande successo per le ragazze americane che hanno immediatamente ricevuto un tweet di complimenti da parte del presidente Donald Trump : "Congratulazioni alla squadra di calcio femminile degli Stati Uniti per aver vinto la Coppa del Mondo! Grande ed emozionante gioco. L'America è orgogliosa di tutti voi!". Ma nelle scorse settimane fra il capo della Casa Bianca e la giocatrice più forte e rappresentativa della nazionale a stelle e strisce, Megan Rapinoe, erano volate parole grosse. "In caso di vittoria del titolo mondiale non andrò in quella fottuta Casa Bianca" ha risposto la 33enne alla domanda di alcuni cronisti .
Una reazione che ha scaturito l’immediata risposta di Trump: “Non avevo ancora invitato la squadra, ma lo faccio adesso, sia che vinca sia che perda. Megan dovrebbe portare rispetto alla Casa Bianca, o alla nostra bandiera, soprattutto per tutto quello che abbiamo fatto per lei e per la squadra. Dovrebbe pensare a finire il suo lavoro, perché non abbiamo ancora vinto”. Ultimo atto di una polemica nata tempo fa quando Megan Rapinoe, alla vigilia dei Mondiali, aveva lanciato il sasso nello stagno: “Non so se canterò mai più l’inno nazionale, né mi metterò la mano sul cuore”.
E durante i Mondiali ha tenuto fede alla promessa, rimanendo con gli occhi chiusi, mane eretta accanto alle compagne - senza inginocchiarsi, come ha imposto la Federcalcio Usa -, ma senza cantare l’inno come il resto della squadra. Ora sarà interessante capire se la squadra si schiererà con la sua leader e diserterà la Casa Bianca in blocco, scatenando, prevedibilmente un grosso polverone o se la nazionale femminile non darà consistenza alla protesta della sua calciatrice più rappresentativa facendosi incoronare dal capo della Casa Bianca, nemico numero 1 di Megan Rapinoe.