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Napoli, lo scudetto non cancella i mali: le Vele sono ancora in piedi

Di Giuseppe Vatinno

Tripudio e gioia come una droga collettiva che fa dimenticare i problemi

Scudetto Napoli, una droga che fa dimenticare la realtà

E così il Napoli ce l’ha fatta a vincere il suo terzo scudetto, per altro annunciato e a lungo rimandato. Spalletti è il nuovo santo protettore della città e insidia da vicino Maradona, l’”uomo mascherato” è in via di divinizzazione. La città è impazzita in un tripudio di botti illegali e coreografie che hanno fatto il giro del mondo. Tuttavia c’è un “ma” che stride con quello che sta succedendo. Il tripudio e la gioia sono una sorta di droga collettiva che serve a far dimenticare i problemi di un territorio devastato dalla criminalità e dalla mancanza cronica del lavoro.

Non per niente la città partenopea è quella dove più alta è la concentrazione dei cosiddetti “percettori”, come li chiamano e si chiamano tra loro coloro i quali percepiscono il reddito di cittadinanza, una ulteriore droga che qualche politico senza scrupoli ha voluto spacciare senza alcun riguardo per i suoi effetti distruttivi. Napoli è rimasta la stessa di trent’anni fa quando San Maradona calò sotto il Vesuvio, anzi, se possibile, le condizioni sono ancora peggiorate. Questa notte è stato ucciso un giovane con precedenti penali e altri tre sono rimasti feriti.

Una sorta di sigillo esemplificativo. Il piombo vola garrulo su Partenope e spesso colpisce anche innocenti. Le vele di Scampia ancora sono gonfiate dal vento della disperazione. La droga la fa da padrone tra questo cemento infiltrato di ruggine e sangue.