Sport

Pandemia, palestre e piscine esauste mentre il Coni aumenta i dirigenti

di Daniele Rosa

A colloquio con Carlo Di Blasi, presidente di Fight 1

La pandemia da Coronavirus, purtroppo, ha toccato tutti, non solo dal punto di vista della salute e dei comportamenti sociali ma pure sotto l’aspetto economico. In alcuni casi però il colpo economico è stato un vero e proprio “gancio da knockout”, che ha steso al tappeto un intero comparto.

In questa inchiesta di Affaritaliani, che vuole dare voce ai molti settori che stanno vivendo lo stesso incubo, abbiamo sentito Carlo Di Blasi, presidente di Fight 1, circuito nazionale delle asd iscritte a Csen , primo ente di promozione sportivo con oltre 2 milioni di tesserati. Un comparto grande fatto di palestre , piscine, e di tutti gli sport cosiddetti ‘da tappeto’.

Di Blasi è anche il promoter di Oktagon, conosciuta manifestazione di Kickboxing trasmessa dal 1996 da Rai a Mediaset ed è referente per l’Italia di One Championship , la più grande promotion sportiva asiatica della medesima disciplina agonistica.

Presidente, come è la situazione attuale del vostro settore con il prolungato lockdown?

“Il comparto dello sport associativo di base di cui faccio parte e che primariamente fa capo agli enti di promozione sportivo (EPS) è esausto. Il settore a cui faccio riferimento è quello degli EPS che nel 2019 contava 8 milioni di tesserati in 15 EPS. Contro i 4 milioni e 200.000 delle 45 FSN e 200.000 delle 20 DSA.

Gli istruttori e personale di palestra degli EPS si aggirano sulle 400.000 unità.

La perdita stimata ad oggi nel 2020 è di 4 punti di Pil ma soprattutto vi è stato un crollo del 60% di tesserati.

I contributi  di stato pari a 420 milioni sono stati distribuiti agli EPS nella misura di 15 milioni su 420 milioni totali a disposizione del comparto sport totale dedicato a FSN, DSA E EPS.

Parliamo in sintesi di più di 8 milioni di sportivi divisi in 15 EPS.Il problema è principalmente dovuto al fatto che le palestre sono state chiuse dall’anno scorso per 8 mesi e più. Sono state aperte per meno di 5 mesi. Però solo settembre e 3 settimane di ottobre si sono dimostrate economicamente utili in quanto gli altri mesi estivi sono normalmente di minor frequentazione. Risultato: pochissime entrate a fronte di costi fissi, rimasti tali. Se in più aggiungiamo il problema delle modalità di riapertura, che al momento risultano essere onerose e limitanti, il quadro risulta devastante soprattutto per le ASD di base che sono la grande maggioranza del nostro comparto”.

Come vi state muovendo?

“Le palestre italiane si sono auto convocate lo scorso martedì a Roma e hanno cercato di fare sentire la loro voce ovunque in Italia davanti a comuni, regioni e a Montecitorio per testimoniare il profondo disagio di non sentirsi rappresentate e quindi ascoltate. Le ASD E SSD italiane (palestre piscine e scuole di danza primariamente) si sono organizzate per scendere in piazza ma non avendo una tradizione di protesta né una organizzazione sindacale né di corporazione si stanno muovendo in modo sconnesso e il risultato, fino ad ora, è stato poco incisivo. Ma la rabbia sale giornalmente ed è proporzionale ai conti in rosso”.

Qual’è uno dei problemi che sentite maggiormente?

“Il problema è soprattutto di rappresentatività. Infatti lo sport, in teoria, dovrebbe essere rappresentato in primis dal CONI. L’Ente è pronto a proclamare sempre il suo imprimatur quando si parla di riforma dello sport ma poi sembra essere più impegnato nella richiesta di aumento di dirigenti, dai 165 attuali ai 240 richiesti”.

E’ arrivata qualche risposta dal Parlamento?

“La risposta è arrivata dal Parlamento che ha inaspettatamente bloccato un emendamento al DPCM in scadenza che chiedeva la riapertura di palestre in zona gialla. Premetto che le palestre richiedono tali aperture perché ,rispetto a qualunque locale e/o mezzo di trasporto pubblico, sono l’unica realtà in grado di far rispettare il distanziamento essendo per natura stessa gli sportivi disciplinati ed usi ‘’ad obbedir tacendo’’ perché sostanzialmente rispettosi della scala gerarchica. Sono gli stessi giovani che, magari, nei pressi dei locali o fuori dalle scuole si comportano diversamente. Ora ci aspettiamo che nel prossimo DPCM si consenta l’apertura delle palestre in zona gialla e bianca seguendo le regole di settembre 2020, visto che le palestre sono già dotate dei sistemi di controllo e prevenzione e vanno solo nuovamente sanificate”.

E una nota positiva in questo  profondo nero?

"Ci conforta a questo punto la recente nomina quale Sottosegretario allo Sport di Valentina Vezzali, esponente di uno sport da combattimento storico quale la scherma e che idealmente ha tutti i numeri per essere davvero la persona a cui affidare il futuro del compartimento. L’incredibile situazione dello “sport per tutti”, come viene definito lo sport degli EPS, che, rispetto al CONI, non ha la mission Olimpica, ma ha l’obiettivo di far “giocare tutti” non è solo legata ad una minor contribuzione istituzionale, pur rappresentando numeri doppi rispetto a FSN e DSA.

A sconcertare è soprattutto la diversa considerazione del dipartimento sport nei confronti degli EPS che vieta loro eventi sportivi ed allenamenti degli agonisti in zona rossa, consentendolo, invece, ai tesserati a FSN e DSA.

Una stortura che non considera un movimento sportivo così ampio, così capillare e tratta da figli e figliastri i praticanti dello sport di base.

Ora, per fortuna, l’arrivo finalmente di una donna di sport al posto giusto ha immediatamente risollevato gli animi di tutti gli sportivi sia nelle FSN e DSA che negli EPS mettendo potenzialmente d’accordo tutti".

In ogni caso sembra di capire che purtroppo questa pandemia, che già sta facendo una selezione naturale di tutto un mondo di business, nel caso delle palestre e piscine in generale lo sta facendo ancora di più e per una responsabilità che non solo è attribuibile al Coronavirus, ma alla poca lungimiranza del passato Governo che ha considerato, a torto, il comparto un diffusore di virus.