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Pelé, tre giorni di lutto in Brasile. Riva: "Veniamo tutti dopo lui e Diego"

La veglia funebre sarà organizzata nello stadio del Santos, la squadra in cui "O Rey" si affermò come uno dei più grandi di sempre

Pelé, Riva: "Lui e Maradona superiori a tutti gli altri"

pelè morto
 

Un campione ineguagliabile ma anche un uomo umile, disponibile, gentile. Gigi Riva ricorda così, conversando con l'AGI, la figura di Pelé, leggenda del calcio morto oggi a 82 anni.

"Cosa si può dire? Un grande dispiacere - dice Riva - prima o poi dobbiamo passare tutti da quella strada, lui era un grande giocatore di calcio". Un mito passato anche per Cagliari, e Rombo di Tuono lo ricorda bene: "Mi ricordo quando venne il Santos a giocare in Sardegna, era il 1972. Lui era disponibile, sapeva quello che doveva essere il suo ruolo. Avevamo lo spogliatoio pieno e lui venne a salutare tutti. Era corretto, gentile".

È questo aspetto caratteriale ad aver colpito di più l'ex bomber del Cagliari e della Nazionale: "Io ammiravo la sua semplicità - ricorda - era il più grande giocatore del mondo in quel periodo, era disponibile come se fosse uno qualsiasi, non si è mai atteggiato. Bisogna nascere così. Di sicuro avrei voluto avere la sua umiltà".

Gentile con tutti, i colleghi calciatori e i tifosi: "Era uno che se gli dicevi 'fai un autografo' o che c'è un bimbo che lo voleva salutare lui andava". E come giocatore? Lì c'è poco da dire, il più grande o comunque tra i grandi del football: "Non c'è una classifica di questi fenomeni che vengono dati al calcio, Cruijff, Pelé, tutta gente che è stata benedetta dal calcio". Oltre, ovviamente, a Maradona: "Anche con Diego ho avuto un grande rapporto. Meno male che lui e Pelé non sono stati nella stessa squadra, altrimenti non ci sarebbe stata mai partita. I campioni sono due, Pelé e Maradona, i grandi sono loro, dopo veniamo tutti dietro". E Gigi Riva? "Io no - ride - semmai lo devono dire gli altri".