Pensioni news

Pensioni: quota 100 forza 38, senza penalizzazioni. Ecco come - PENSIONI NEWS

Pensioni, quota 100 senza penalizzazioni e ricambio generazionale - RIFORMA PENSIONI NEWS

Pensioni: quota 100 con 38 anni di contributi, senza penalizzazioni. PENSIONI NEWS

Il governo lavora a una quota 100 con 38 anni minimi di contribuzione e 62 di età. Nessuna penalizzazione per chi va in pensione prima. Ma non passa la quota 100 con 63+37. Diciamo che sarà una quota 100 forza 38. Misura che porterà a una svolta nel sistema scolastico con il tanto atteso turnover degli insegnanti. Ecco la situazione.

PENSIONI – Quota 100 con 62 anni e 38 contributi, per la scuola si profila un turn over storico

Quota 100 pensioni farà un gran bene al sistema scolastico. Lo spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Ecco perché. "Nelle intenzioni di M5S e Lega vi sarebbe la possibilità di consentire l'uscita dal lavoro nel 2019 dai 400 mila ai 600 mila lavoratori. Ciò darebbe il la ad un ricambio generazionale senza precedenti: tra docenti, Ata e dirigenti scolastici vi sarebbero 200 mila dipendenti delle nostre scuole pubbliche da sostituire. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, l’attuazione della manovra dovrà necessariamente essere fatta senza far perdere un euro ai lavoratori che ne beneficeranno e renderà ancora più impellente l’esigenza di riaprire le GaE, considerando che i concorsi il prossimo anno non saranno ancora terminati e scongiurando in tal modo che le supplenze raggiungano livelli assurdi. Per il comparto scolastico, inoltre, occorre ripensare a ulteriori finestre pensionistiche, oltre alla possibilità dopo 30 anni di insegnamento di poter svolgere altre funzioni rispetto alla didattica frontale: la professione è ad alto rischio burnout".

Pensioni, QUOTA 100 SENZA PENALIZZAZIONI. MA CON UN VINCOLO. Pensioni news

La quota 100 della riforma pensioni sarà a forza 38. Ossia si potrà uscire dal lavoro con 62 anni d’età più 38 di contributi. Ma il 38 è paletto imprescindibile. Servono cioè 38 anni di versamenti. Dunque 63+38, 64+38, 65+38, 66+38. Circa 400mila lavoratori in più all’anno potranno andare in pensione dal 2019 in poi la riforma costerebbe tra 8 e 8,5 miliardi il primo anno con un miliardo in più negli anni successivi. Le altre combinazioni possibili ipotizzare con quota 100 (63+37; 64+36) sono state scartate visti i costi troppo alti.

Pensioni, quota 100 senza penalizzazioni e ricambio generazionale

La logica della quta pensioni la spiega il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega), «chi andrà in pensione con quota 100 non subirà alcuna penalizzazione». Sono state cioè scartate le ipotesi di un calcolo contributivo a partire dai versamenti successivi al 1995 così come l’idea di un taglio dell’assegno di 1-1,5% per ogni anno di anticipo rispetto a 67 anni. Questo perché, spiega Durigon, l’obiettivo di quota 100 è «favorire il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro». Il governo cioè vuole che tutti i potenziali beneficiari della riforma vadano in pensione prima affinché al loro posto siano assunti giovani. Una scommessa tutta da verificare. «Di sicuro nel pubblico impiego, dove usciranno circa 150mila persone in più ogni anno, le assunzioni ci saranno. Nel privato, confidiamo che le aziende troveranno conveniente assumere giovani che hanno un costo inferiore rispetto ai lavoratori anziani».

Pensioni quota 100 e scatto a 67 anni congelato

C'è attesa per la legge di Bilancio, ma è probabile che dal primo gennaio 2019 non scatterebbero più i 5 mesi di aumento già decisi e quindi resterebbero le soglie attuali per andare in pensione: 66 anni e 7 mesi d’età (con 20 anni di contributi) per la pensione di vecchiaia e 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) per la pensione anticipata. Una mano per quei lavoratori che non riusciranno a raggiungere «quota 100». Quota 41 è rinviata al prossimo anno.