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Qatar 2022, il destino azzurro appeso a un rigore: l'Italia si qualifica se...
L'accesso ai mondiali, i premi economici, gli sponsor e i diritti tv e anche il Pallone d'Oro: tutto gira intorno all'esito di un tiro dagli 11 metri
Qatar 2022, l'Italia si qualifica se...
Dopo il pareggio per 1-1 a Roma, Italia e Svizzera rimangono in testa alla classifica con 15 punti a testa. Gli azzurri hanno un leggero vantaggio dato dalla differenza reti: il bilancio della squadra di Mancini è di 13 gol fatti e 2 subiti, mentre quello elvetico totalizza 11 gol fatti e 2 subiti. Due gol in più che andranno capitalizzati, nella sfida a distanza contro la Svizzera, che ospita la Bulgaria. Queste le combinazioni possibili:
SE L'ITALIA VINCE – Si qualifica senza dubbio nel caso la Svizzera non vinca oppure pareggi. Se anche la Svizzera vince, bisogna allora andare a fare i conti sulla differenza tra i gol segnati e i gol subiti, che al momento, come detto, vede l'Italia con due lunghezze di vantaggio. In caso di parità anche nella differenza reti, passa chi ha segnato più gol e, in caso di ulteriore parità, chi ha segnato più gol in trasferta negli scontri diretti: su questo ha un vantaggio la Svizzera, dopo l'1-1 dell'Olimpico.
SE L'ITALIA PAREGGIA – Si qualifica senza subbio solo nel caso la Svizzera perda in casa. Se la Svizzera vince, invece l'Italia è eliminata. Nel caso anche la Svizzera pareggi, bisogna fare il conteggio della differenza reti, con gli stessi criteri sopra elencati.
SE L'ITALIA PERDE – In caso di pareggio o vittoria della Svizzera, gli Azzurri sarebbero eliminati senza appello. Se anche la Svizzera perdesse, invece, bisognerebbe andare a pesare l'impatto delle due sconfitte sulla differenza reti, per sancire la prima del girone.
In ogni caso, quindi, bisogna puntare non solo a vincere, ma anche a segnare il maggior numero di gol possibili, per battere sia l'Irlanda del Nord che (soprattutto) la Svizzera.
Le delusioni dell'Italia ai calci di rigore
Avere il proprio destino appeso ai calci di rigore è certamente crudele, ma senza dubbio è più giusto di quanto accadeva in passato con il lancio della monetina. Peraltro, gli Azzurri ne beneficiarono in occasione del primo Europeo vinto nel 1968, quando Capitan Facchetti vinse grazie alla dea bendata la semifinale contro l'Unione Sovietica. Una volta introdotti i rigori, sono cominciati i dolori: al successivo Europeo del 1980, sempre giocato in Italia, gli Azzurri persero la finale per il bronzo contro la Cecoslovacchia. Dieci anni dopo, il mondiale di Italia '90 ci vide soccombere in semifinale contro l'Argentina di Maradona, inaugurando un decennio terribile che portò la finale persa dei mondiali '94 con gli errori di Massaro, Baresi e Baggio e il tris nei quarti di finale di Francia '98 contro i padroni di casa, che poi si aggiudicarono il trofeo. Sempre nei quarti di finale, ma degli Europei, gli Azzurri hanno perso contro la Spagna nel 2008 e contro la Germania nel 2016.
I trionfi dell'Italia ai calci di rigore
La prima vittoria Azzurra grazie ai tiri dal dischetto è stata nella semifinale di Euro 2000 contro i padroni di casa dell'Olanda, al termine di una sfida epica con l'Italia in inferiorità numerica per l'espulsione di Zambrotta e due rigori falliti dagli Orange anche nei tempi regolamentari. Il ricordo più bello è certamente legato al 9 luglio 2006, quando Grosso segnò il rigore decisivo che ci permise di conquistare la Coppa del Mondo, vendicandoci della Francia di Zidane. Dopo la vittoria nei quarti di Euro 2012 contro l'Inghilterra, è arrivata la doppietta della scorsa estate, con i successi contro la Spagna nella semifinale di Euro 2021 e poi in finale ancora contro gli inglesi.
Mancini e la “maledizione di Bearzot”
Il compito di Mancini è quindi fondamentale: oltre a fare le scelte giuste per battere l'Irlanda del Nord, deve anche capire, sfruttando la sua esperienza come calciatore, quale giocatore Azzurro sia il più indicato a presentarsi sul dischetto, in caso di necessità. Fallire la qualificazione a Qatar 2022 significherebbe rinunciare a premi economici che possono arrivare fino a 45 milioni di euro, più la quota variabile composta da sponsorizzazioni e diritti televisivi che rappresenta la parte più ghiotta del business. Per il commissario tecnico, paragonato al mitico Bearzot dopo il trionfo agli Europei, c'è il rischio di passare dalle stelle alle stalle. Anche il “vecio” dopo il successo al mondiale '82 fallì la qualificazione agli Europei '84, ma quella era una squadra a fine ciclo, mentre quella di oggi, dopo Euro 2021, il record mondiale di 37 partite senza sconfitte e il terzo posto in Nations League pare proprio di no. O almeno così speriamo.
Jorginho: quando un rigore vale un Pallone d'Oro
Sul piano personale, per un calciatore anche un solo fallimento dal dischetto può offuscare una carriera gloriosa. Pur essendo ricordato come uno dei più grandi giocatori italiani di ogni tempo, Roby Baggio non è mai riuscito a dimenticare l'errore di Pasadena, che lo tormenta anche se da anni vive ormai felicemente lontano dal mondo del calcio. Nel caso specifico di Jorginho, proprio le sue altalenanti prestazioni dal dischetto della scorsa estate spostarono i pronostici sul Pallone d'Oro: la sua candidatura sembrava bruciata dopo l'errore in finale, ma venne rilanciata dal gol in Supercoppa. Il 29 novembre verrà assegnato il premio per il 2021, con Jorginho in lizza con Messi, Benzema e Lewandowski per il gradino più alto del podio. Un motivo in più per mettergli ansia in caso di un nuovo rigore per l'Italia? Non secondo i rumors provenienti da Parigi, secondo i quali il Pallone d'Oro sarebbe già stato attribuito a Lewandowski. Parafrasando De Gregori e la sua La leva calcistica della classe '68, verrebbe da incoraggiarlo dicendo: “Jorginho non aver paura di tirare un calcio di rigore: non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”. Però a volte invece va proprio così.