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Rashford, che settimana! Dagli insulti dei razzisti alle coccole di Obama

"Marcus e i ragazzi di oggi sono molto più avanti di quanto lo fossi io alla loro età", dice l'ex Presidente USA

Marcus Rashford, stella del Manchester United, ha vissuto in maniera molto intensa gli ultimi giorni. Dopo la beffarda sconfitta ai calci di rigore contro il Villareal nella finale di Europa League è dovuto ricorrere alle forze dell’ordine, per denunciare gli “oltre 70 insulti razzisti” ricevuti sui social network da parte di pseudotifosi. “Se pensate che questo mi possa far sentire peggio di come già sto, provateci e buona fortuna”, ha commentato il calciatore, che ha rivelato alcuni particolari decisamente odiosi.

“La cosa che più mi dà fastidio è che tra gli haters ci sia un insegnante di matematica, che mi ha lasciato una montagna di emoji con la faccia di una scimmia. E uno così insegna ai bambini?! Come è possibile che si senta libero di offendere la gente in questo modo, senza pagarne le conseguenze? Sono pronto ad accettare qualunque critica, ma non posso accettare espressioni come babbuino, banana o altre espressioni da giungla. Essendo anche io un tifoso dello United, faccio davvero fatica a leggere queste cose e mi chiedo come mi sentirei se fossi un bambino di sette anni: che tipo di fiducia potrei sviluppare nel genere umano?”.

Decisamente di livello più alto è stato il colloquio tra Rashford e Barack Obama: un incontro su Zoom organizzato dalla casa editrice Penguin Books sull’importanza del promuovere la lettura nelle comunità locali, a partire dallo spunto fornito da “A Promised Land”, libro dell’ex Presidente USA.

L’insolito confronto tra queste due personalità apparentemente così diverse si è focalizzato su alcuni aspetti in comune, a partire dal fatto che entrambi sono stati cresciuti da madri sole.

Obama ha usato parole molto dolci nei confronti di Rashford e in generale dei giovani: “Molti di quelli che incontro, compreso Marcus, sono molto più avanti di quanto fossi io a 23 anni e sono già capaci di incidere positivamente sulle proprie comunità”.

Rashford ha detto: “Era surreale trovarmi nella mia cucina, a Manchester, a colloquio il Presidente Obama! Eppure mi ha subito fatto sentire a mio agio, anche grazie al nostro background comune e al modo in cui abbiamo superato gli ostacoli della vita. E’ stata un’esperienza fantastica: quando parla il Presidente Obama non si desidera altro che stare ad ascoltare!”.