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Sara Simeoni, appello ai ladri: "Ridatemi solo la medaglia d'oro di Mosca"

Sara Simeoni e quella preziosa medaglia in finto oro. Ecco la verità

Sara Simeoni, dopo il furto subito nella sua casa di Verona sabato scorso, ha deciso di rivolgere un appello ai ladri: "Mi avete portato via un pezzo della mia storia personale: ridatemi almeno quella medaglia. Voi non ve ne potrete fare niente, non ne trarrete alcun guadagno. Per me invece ha un grande significato". L'ex campionessa di salto in alto si sfoga dopo lo spiacevole episodio che l'ha vista protagonista. E svela al Tg1: "Mi hanno portato via tantissimi ricordi e vorrei almeno riavere questa medaglia, non è neanche d’oro". In effetti - racconta il Corriere della Sera - le "medaglie d’oro" erano fatte del metallo più prezioso solo fino al 1912, da lì in avanti, su indicazioni del Comitato olimpico internazionale, sono state prodotte con almeno il 92,5% d’argento e una quantità minima d’oro, pari ad appena 6 grammi. La medaglia di Mosca, però, è l’oggetto che racchiude in sé la storia di Simeoni. Che non si nasconde e dice: "Mi è caduto il mondo addosso".

L'ex campionessa olimpica - prosegue il Corriere - era fuori casa quando sono entrati i ladri. In Veneto non era rimasto nessuno, nemmeno il figlio Roberto. Al ritorno a Rivoli, la scoperta del furto. I ladri hanno portato via diversi oggetti di valore ma anche trofei e coppe. Si sono salvate le medaglie d’argento che Simeoni ha conquistato ai Giochi di Montreal '76 e a quelli di Los Angeles '84, ritrovate sotto il letto, sfilate dal loro cordino. Ma dell’oro di Mosca è rimasta soltanto la fascetta. "Una medaglia come quella significa anni di allenamenti, di sacrifici e rinunce, di scelte — dice Simeoni —. Non è semplice vincere alle Olimpiadi. È il simbolo di tante attese, significa tutto. Non avrei mai immaginato di dovermene separare".

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