Sport

Superlega, Ceferin minaccia la Juve: dall'amicizia con Agnelli alla guerra

Di Lorenzo Zacchetti

Juventus news: cresce il timore di sanzioni da parte della Uefa, i retroscena del rapporto personale tra il numero uno bianconero e quello del calcio europeo

Da qui a farne il paladino di quel “calcio romantico” invocato dai tifosi, però ce ne corre. Sono gli autentici innamorati del football (specialmente quelli inglesi, che scendendo in piazza hanno stoppato i piani dei loro club) i veri vincitori della battaglia ideologica che ha portato all'aborto della Superlega. Per quanto riguarda la Uefa si è trattato di un mero braccio di ferro tra potenti.

Certo: modi, tempi e stili comunicativi della Superlega sono stati talmente disastrosi da determinare una sconfitta assoluta, ma nel merito non c'è poi tanta differenza rispetto ai progetti della Uefa, che vuole allargare la Champions League fino a renderla molto simile a quel maxicampionato continentale che Agnelli e gli altri fondatori intendevano varare.

Pretendere di farlo parlando di soldi mentre il mondo è alla fame per via del Covid-19 e facendosi beffe dei valori sportivi (le squadre fondatrici pretendevano la partecipazione assicurata) ha portato al tracollo, ma sarebbe francamente ingenuo pensare che l'era del calcio-business sia finita. Tutt'altro.

D'altra parte, Ceferin ormai da tempo si occupa dello sviluppo manageriale del calcio. L'avvocato 53enne, sposato e con due figli, ha iniziato la sua carriera lavorando nello studio legale fondato dal padre, rappresentando anche società sportive e singoli atleti. In seguito ha fatto parte della dirigenza dello Svea Lesna Litija (squadra slovena di calcio a cinque) e poi della più nota Olimpija Lubiana.

Nel 2011 è passato alla guida della federcalcio del suo Paese e, cinque anni dopo, ha battuto la concorrenza dell'olandese Michael Van Praag, diventando Presidente della Uefa al posto di Platini, travolto dalle note disavventure giudiziarie. A decretare il suo successo al primo scrutinio ha contribuito anche l'appoggio della federcalcio italiana, allora guidata da Carlo Tavecchio.

Tre anni dopo, Ceferin - che parla benissimo anche la nostra lingua - è stato rieletto al timone del calcio europeo. Il suo secondo mandato non è certo partito in discesa: prima il Covid-19, con la necessità di rivedere in corsa il format di Champions e Europa League, poi la fuga in avanti degli “scissionisti” che, per quanto riguarda Agnelli, ha rappresentato agli occhi di Ceferin anche un tradimento personale.

Per questo le parole del Presidente Uefa stanno insinuando un certo timore tra i tifosi bianconeri e la crescente freddezza nei confronti di Agnelli, Presidente che ha conquistato nove Scudetti di seguito dopo anni di magra, si lega anche al timore di sanzioni pesanti da parte della Uefa. Un cambio della guardia al vertice di Madama potrebbe placare l'ira di Ceferin? È una delle ipotesi delle quali si sta discutendo, tra gli addetti ai lavori.