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Superlega o superbia? L'enorme gap tra le squadre italiane e le big europee

Di Lorenzo Zacchetti

Il progetto delle 12 grandi prevedeva che fossero i soldi a comandare, ma sul campo le nostre rappresentanti soffrono. Meno male che c'è il miracolo-Atalanta!

La facilità con la quale il Manchester United ha rimontato la Roma, infliggendole un tennistico 6-2, fa davvero riflettere. A maggior ragione ricordando il famoso 7-1 del 2007. Se un capitombolo del genere può capitare una volta nella vita, alla seconda forse è l'indizio di qualcosa di più profondo, specialmente a così tanti anni di distanza. I “Red Devils” facevano parte delle 12 fondatrici della Superlega, la Roma no, ma anche la squadra della Capitale avrebbe potuto prendere in considerazione il progetto, se non fosse rapidamente involuto in una Superfiguraccia. 

Ma le squadre italiane avrebbero davvero titolo per stare nel Gotha del calcio europeo? 

Facciamo due conti: l'Europa League non è mai stata vinta da nostri club, fin da quando ha assunto questa denominazione nel 2009. E tutto lascia pensare che non accadrà nemmeno quest'anno. 

Quando si chiamava Coppa Uefa, le squadre italiane vi spadroneggiavano, ma stiamo parlando del periodo a cavallo tra gli anni '80 e '90. L'ultimo successo risale al 1999, quando il Parma sconfisse in finale il Marsiglia: preistoria. 

In Champions League l'ultimo successo risale al 2010 con l'Inter del Triplete, ma nell'ultimo decennio ci sono state solo delusioni. La Juventus, che ha letteralmente dominato la scena nazionale con nove scudetti di fila (più 5 Supercoppe e 4 Coppe Italia) negli ultimi tre anni è uscita contro squadre nemmeno prese in considerazione dal progetto-Superlega: Ajax, Lione e Porto. Inter e Milan sono rimaste lontanissime dalle luci della ribalta. L'ultimo acuto europeo dei nerazzurri è stato la finale di Europa League persa lo scorso anno contro il Siviglia. 

D'altra parte, basta guardare alla tv le spettacolari semifinali di Champions, ma anche lo stratosferico quarto di finale tra Bayern Monaco e PSG per rendersi conto di quanto queste supersquadre vivano davvero in un altro pianeta rispetto alle nostre, con formidabili campioni che fanno giocate da mozzare il fiato a una velocità doppia rispetto ai nostri troppo celebrati vippetti del pallone. 

Al di là delle due finali nettamente perse dalla Juve ai tempi di Allegri, le emozioni più forti in Champions ce le ha regalate l'Atalanta, che lo scorso anno ha reso la vita durissima ai multimilionari del PSG, cedendo solo sul filo di lana. 

Che la sorte ci conservi il più a lungo possibile questo autentico miracolo calcistico, senza dar retta a chi cita proprio i bergamaschi come esempio di squadra che, per mere questioni economiche, non sarebbe degna di calcare il palcoscenico europeo. Un conto è la Superlega, che probabilmente prima o poi si farà, ben altro è la superbia, secondo la quale sono i soldi a garantirti la partecipazione e non i risultati sul campo. Proviamo invece a concentrarci su quelli, perché c'è molto terreno da recuperare.