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Terremoto,Marche sequestri in Regione.Presunte irregolarità subappalti casette

Un'indagine nazionale della Distrettuale antimafia piomba sul terremoto del 2016 nelle Marche.

Ci sarebbero irregolarità nei subappalti per la realizzazione delle casette abitative di emergenza (1900 moduli abitativi - Sae), ancora oggi a distanza di due anni dal sisma, in fase di ultimazione nelle consegne. 

Le Marche con il maggior numero di sfollati, nel recente terremoto che ha colpito il centro Italia, non le ha ancora completate ma è già al centro di un'inchiesta. 

 

 

Il 19 luglio, su mandato della procura di Ancona, le Fiamme gialle del comando provinciale si sono presentate al Palazzo della Regione Marche (palazzo Rossini), all'ufficio servizio Protezione civile, dove hanno portato via il computer e i documenti di un dirigente e di tre funzionari. I finanzieri sarebbero passati anche a casa dei suddetti per prelevare altra documentazione. Le presunte irregolarità hanno dato vita ai sequestri su un percorso di indagine che sarebbe partito dalla distrettuale antimafia.

 

Nelle Marche le casette (Sae) sono state fornite, nell'ambito di un accordo quadro nazionale, dal Consorzio Arcale (composto dalle società Gervasi spa, Procogen srl, Sistem costruzioni srl., L.a. Cost srl, Tanzini Quintilio & Figlio srl, Menconi srl, Soccodato srl), rete di imprese toscane, emiliane e umbre, che ha già aveva lavorato in occasione dei terremoti di Abruzzo ed Emilia Romagna. 

 

Se il tema resta ampio e complesso, riguardando 1900 cassette, sono i 1100 subappalti al centro dell'indagine. Il consorzio Arcale si è occupata dei lavori portandoli aventi a 360 gradi: dalla fornitura dei materiali da cantiere ai sanitari e atutto l'occorrente. Sia il consorzio che l'assessore di competenza con delega alla Protezione civile, Angelo Sciapichetti, si sono detti all'oscuro di tutto. 

 

Per i ritardi e diverse anomalie, le tensioni e la rabbia dei terremotati sono stato oggetto di numerosi servizi giornalisti, arrivando all'attenzione delle istituzioni locali e nazionali. Dagli ambiti degli inquirenti è trapelato che l'indagine potrebbe avere dei risvolti più ampi.

 

Nel tempo in Regione non sono passate inosservate le numerose interrogazioni presentate sul tema dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Peppe Giorgini che molte volte, anche ad Affaritaliani, aveva stigmatizzato presunte irregolarità, incongruenze gravi ed anomalie sul sistema di gestione della materia.

Tra i suoi interventi anche uno del recente maggio quando, dopo l'ennesima segnalazione di cittadini, ha chiesto all'ente regionale spiegazioni su anomalie che non gli tornavano, sull'intreccio dei lavori e della attività che sovrintendevano la costruzione dei moduli, interrogando l'ente anche sul “se è legittimo il subappalto delle attività di coordinamento della sicurezza alla società partecipata e quello della società partecipata a liberi professionisti” e sugli “affidamenti diretti di importo superiore a 40.000 euro”, facendo capire che sarebbe stato idoneo invece utilizzare il metodo della gara d'appalto.

In quel frangente il consigliere si è sentito rispondere che non risultavano alcuna anomalie di sorta e vista la gravità di alcune sue affermazioni, prive di fondamento a detta della Regione, di rivolgersi alla presente Procura. A quel punto il consigliere 5 Stelle ha informato l'Ente che lo aveva già fatto da tempo.

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