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Tornatore e la filosofia interculturale del suo ultimo film

Di Patrizia Gioia

Finalmente qualcuno che la fa questa necessaria filosofia interculturale, che ce la mette davanti in immagini parole e musica (Morricone è sempre al dente). Nel nostro mondo così ambivalente, ma paradossalmente sempre dualistico (o questo o quello, invece che e questo e quello) in un mondo pregno di segni di morte, Tornatore parla di possibile resurrezione.

 
E ne parla con i simboli d'oggi, (tecnologia, sms, dvd, ecc.) ma "re-ligati" a quelli di ieri, (guardar le stelle - cum -sidera -, le significative coincidenze, "corrispondenze " appunto, presagi, magie - Wizard firma il professore ogni dvd), una rilettura della nostra infinita memoria tenuta insieme dai nostri due organi più elastici: mente e cuore, senza dimenticare lo spirito, però.
 
Niente come l'osservazione del Cosmo ci fa umani, in quel magma incandescente c'è tutta la nostra storia, il nostro misterioso essere che ci fa vedere come dipendiamo a tutti i livelli gli uni dagli altri, una danza che ci aiuta a vedere che nulla è universale, ma che ogni danza coopera al ritmo dell'Essere. Forse è qui che Dio ci parla facendosi continuamente insieme a noi.
 
Tornatore torna anche a parlarci d'amore, d'un innamoramento possibile ad ogni età per ogni età, quella "corrispondenza" tra due esseri che sorge dal nulla che non è mai nulla. La consapevolezza appartiene alla natura umana, noi siamo non solo quello che siamo, ma anche quel che pensiamo di essere, siamo soggetto e oggetto, una relazione fantastica di un io e un tu; e cosa più dell'amore risveglia la nostra anima, facendoci fare l'esperienza che siamo di più di un essere solo storico.
 
Ci sono molte storie e molte vite in questo bel film, ragnatele che imprigionano e che sciolgono, è solo grazie allo sguardo dell'altro che possiamo tentare di sciogliere i nodi delle nostre paure ; si diventa kamikaze per queste paure irrisolte, ma se riusciamo a stare a fronte a quel che l'altro ci permette d'incontrare di noi, è come se scoprissimo ancora per la prima volta il fuoco. E un nuovo mondo appare ai nostri occhi, senza tradimento alcuno del precedente.
 
Il film ci parla del dilemma inevitabile in cui ci troviamo tutti, la civiltà tecno-scientifica con la sua concezione dell'uomo come monade isolata, della materia come massa, della verità come verificabile e falsificabile, ma ci pone di fronte anche alla sfida a cui siamo chiamati, altre stelle ci fanno luce nel cosmo, altre culture non comparabili con la nostra civiltà dominante consentono ugualmente all'uomo la pienezza e...il riveder le stelle in modo così radicalmente diverso, nuovo per noi.
 
E allora saliamo con i due protagonisti sulla piccola barca che ci porta all'isola, torniamo a guardar le stelle riflesse nell'acqua, lanciamo nel cosmo il nostro ultimo messaggio d'amore e partiamo per il viaggio più misterioso che ci sia. Siamo stelle che a poco a poco perderanno la loro luce, per quanti anni ancora qualcuno, guardando innamorato il cielo si ricorderà di noi?