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Tumori, la nuova frontiera della Teragnosi, terapia e diagnosi

di Daniele Rosa

Una freccia esplosiva che mira solo alla cellula malata

“Teragnosi”, la nuova frontiera contro il tumore. Una sorta di missile di precisione contro le cellule di alcuni tipi di cancro.

Molti oncologi parlano apertamente di risultati spettacolari in malati terminali.

La Teragnosi Therapy è stata protagonista all’ASCO (American Society of Clinical Oncology), il più importante congresso americano sull’oncologia.

La parola “teragnosi” è la combinazione di due parole: terapia e diagnosi.

Con la stessa molecola, la malattia può essere diagnosticata e curata. La strategia, adesso oltre ad essere utilizzata da anni per il cancro alla tiroide adesso si rivolge ai tumori neuroendocrini, in primis, quello alla prostata.

Nel corso del simposio il dr. Michael Morris del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, ha presentato gli ultimi risultati della Teragnosi proprio su questo tip di tumore.

Viene utilizzata una molecola con elevata affinità verso il PSMA, la proteina presente nelle cellule del cancro alla prostata.  Per fare la diagnosi, questa molecola correlata alla PSMA si lega a un elemento chimico radioattivo, il gallio-68, che si illumina su una tomografia a emissione di positroni (PET). Per il trattamento, la stessa molecola si lega a un altro elemento chimico, il lutezio-177, che emette radiazioni locali che uccidono le cellule tumorali. Insomma è come se si usassero due frecce, una che illumina il problema e l’altra che lo elimina.

Lo studio Morris condotto su 831 pazienti con metastasi e cancro alla prostata praticamente terminali, ha rilevato che, quelli trattati con teragnosi hanno vissuto per 15,3 mesi, rispetto agli 11,3 mesi degli uomini che hanno ricevuto la terapia standard.

In altri casi i risultati sono stati davvero spettacolari. ”Questo non è il futuro, è il presente. È radioterapia molecolare di precisione e “tailor made”. Significa andare direttamente alla cellula tumorale, immetterci radiazioni e distruggerla senza intaccare i tessuti sani circostanti”, confermano molti clinici.

Nei prossimi anni potrebbero esserci molecole “per tutti i tipi di tumori”, come il Fibroblast Activation Protein Inhibitor (FAPI), legato alle cellule di varie neoplasie maligne.

 

 

Il promettente trattamento sperimentale presentato alla conferenza ASCO, denominato 177Lu-PSMA-617, era già in fase di sviluppo presso l'azienda biofarmaceutica statunitense Endocyte. Il colosso farmaceutico svizzero Novartis ha annunciato nell'ottobre 2018 l'acquisto di questa società per circa 1,7 miliardi di euro. Alcune ricerche precedenti, come uno studio con 30 pazienti nel 2016 presso l'Ospedale universitario di Heidelberg (Germania), ne avevano già mostrato il potenziale.

Sulla Teragnosi si è espresso anche il presidente del congresso ASCO, l'oncologa americana Lori Pierce "Il successo di questo trattamento mostra l'importanza di studiare alternative alle tradizionali terapie contro il cancro".

Uniche criticità, secondo molti esperti, la lentezza di approvazione da parte delle agenzie regolatorie e il prezzo elevato per i pazienti, oltre 60000 per una cura completa, abbastanza in linea però con la chemio tradizionale.